
Arresti a Brindisi per un imprenditore edile e cinque uomini delle Forestale, tra cui due uomini originari della provincia di Lecce. Le accuse sono di corruzione, truffa e peculato. Mozzarelle, olio, ricariche telefoniche e poche decine di euro. Si accontentavano di poco i cinque uomini del Corpo Forestale dello Stato arrestati stamani dai carabinieri di Brindisi, assieme ad un imprenditore del posto, Vittorio Greco, 55 anni, barese d'origine e titolare della dita “Greco Scavi di Greco Ivan sas”, operante nel settore della movimentazione terra. L’uomo, peraltro – come ha affermato il Procuratore della Repubblica dr. Marco Dinapoli nel corso della conferenza stampa, alla quale era presente anche il comandante dei Carabinieri di Brindisi, colonnello Nicola Conforti – era anche pluripregiudicato. Tra gli arrestati anche Domenico Galati, 40enne di Tricase e Giovanni Bray, 37enne di Martignano. Numerosi i capi di imputazione contestati, a vario titolo, ai sei arrestati: corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio e rivelazione di segreto di ufficio, concorso in trasporto e abbandono incontrollato di rifiuti, combustione illecita di rifiuti, peculato, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale, abuso d’ufficio, truffa aggravata ai danni dello Stato e false certificazioni. Il periodo d’indagine è compreso tra l’agosto 2013 ed il luglio 2014. Tutto è partito dalle dichiarazioni di uno dei due imprenditori, il quale riferì di comportamenti illeciti da parte del collega arrestato e dei cinque uomini della Forestale. Interrogato dal Pubblico Ministero titolare, il dr. Milto De Nozza, l’uomo rese piena confessione, delineando uno scenario poco edificante. In sintesi, i cinque uomini del Corpo Forestale fornivano ai due imprenditori locali (uno è il destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, l’altro è stato ‘solo’ indagato perché ha confessato, ndr) dettagli su orari e posti in cui i colleghi erano di servizio di pattugliamento, in modo tale che i due potessero sversare liberamente i resti delle demolizioni, nelle campagne tra Brindisi e la frazione di Tuturano, al riparo dai controlli. Il tutto, in cambio di 50 euro, oppure di generi alimentari e ricariche telefoniche. Ma nel corso delle indagini, sono emersi altri particolari; come un episodio in cui due uomini della Forestale, incaricati di riversare un quantitativo di cartucce sequestrate e confiscate e destinate alla distruzione, in realtà ne cedettero una parte ad alcuni loro amici cacciatori. O ancora, è stato contestato loro anche l’uso illecito del cellulare di servizio, utilizzato spesso per conversazioni personali; così come la gestione dell’orario di lavoro è risultata in molti casi piuttosto ‘allegra’, atteso che accadeva spesso che nei giorni ed orari in cui dovevano essere in servizio, di fatto si trovavano a casa, salvo poi certificare il falso. A latere della conferenza stampa, il Procuratore Di Napoli ha tenuto a sottolineare che “l’inchiesta non toglie assolutamente nulla alla estrema e massima fiducia nei confronti del Corpo Forestale dello Stato che da sempre collabora in maniera efficace con la Procura brindisina. Si tratta, purtroppo, di casi isolati che non devono ‘macchiare’ l’immagine dello stesso Corpo”. Oltre ai due leccesi, gli arrestati sono Gianfranco Asciano, di 41 anni e i fratelli Massimo e Giovanni Rosselli, rispettivamente di 41 e 45 anni. Fra gli indagati, ci sono anche i due figli dell’imprenditore Vittorio Greco, Ivan ed Antonio. Pamela Spinelli su BrindisiSette