
Il consigliere Pd ribadisce la presa di posizione contro la riapertura del sito rispondendo al presidente della Provincia Gabellone. “Secondo il presidente della Provincia, superando “lo stallo burocratico” a causa del quale la discarica di Corigliano è ancora chiusa, l’emergenza che rischia di gettare il Salento nel caos si risolverebbe magicamente” . Il consigliere regionale Pd Sergio Blasi torna sulla questione rifiuti per ribadire il no alla riapertura della discarica di Corigliano d'Otranto criticando la posizione espressa oggi dal presidente della Provincia Antonio Gabellone. “Quello che Gabellone chiama approssimativamente “stallo burocratico” in merito alla discarica di Corigliano, nella realtà si chiama “Piano regionale di tutela delle Acque” ed è uno strumento che serve a garantire la salubrità delle acque che i cittadini consumano – scrive Blasi – è utile ripetere che dalla falda sulla quale l’allora presidente Fitto fece costruire questa discarica, l’Acquedotto Pugliese preleva proprio quell’acqua che arriva nelle nostre case attraverso i rubinetti. E dunque, nonostante i 10 milioni di euro che il governatore Vendola non è riuscito a non spendere per completare quell’impianto, è assolutamente di buon senso non farlo entrare in funzione, perché c’è il rischio di avvelenare i pozzi da cui preleviamo l’acqua con cui cuciniamo, ci laviamo o che beviamo. Necessario sarebbe alleggerire il carico dei rifiuti a Cavallino o a Ugento, e di conseguenza a Statte, attraverso il riciclo della frazione umida degli stessi, costruendo gli impianti di compostaggio per i quali il compagno di partito di Gabellone, l’ex presidente dell’Oga Paolo Perrone, non è riuscito a bandire in tempo utile le gare, nonostante ne abbia avuto tutto il tempo. Ma il partito di Gabellone è molto bravo a concedere appalti, come quelli per la raccolta differenziata, a mettere in difficoltà i cittadini, minacciando multe per chi non differenzia, per poi battersi con grande impegno affinché quella raccolta differenziata finisca tutta insieme in una discarica. Una politica che, strillando all’emergenza un giorno sì e l’altro pure, si è rivelata finora la più utile per chi non ha altro interesse se non preservare lo status quo del ciclo dei rifiuti, nel quale, come disse il presidente Emiliano non molto tempo fa, la Regione “non tocca palla” perché tutto è nelle mani dei “privati”, che, grazie alle emergenze, vere o presunte, continuano a fatturare ingenti guadagni per un servizio che potrebbe essere svolto in modo meno impattante e più rispettoso dell’ambiente e dell’intelligenza dei cittadini. Dal canto suo la Regione farebbe bene ad attuare la legge 24/2012 nominando, come previsto dall’articolo 7, l’Autority sui rifiuti che avrebbe tra i suoi compiti quello di provvedere, sostituendosi, alla inadempienza, inefficienza, inefficacia degli Oga e delgli Aro”