
L'associazione marocchina Amal di Porto Cesareo: “Le vittime sono sia musulmane sia cristiane. Vogliamo anche noi un mondo di pace”. Mentre imperversa l’ondata di terrore per tutto il mondo, dopo un periodo di silenzio dovuto ad una sorta di pudore, la comunità islamica residente da anni nel Salento sceglie adesso di parlare. A farsi portavoce del messaggio è Salah Ghazi, presidente dell’associazione marocchina A.M.A.L, operante a Porto Cesareo dal 2000, che rappresenta una consistente presenza magrebina nel Salento. “Noi marocchini e musulmani ‘salentini’ siamo qui dagli anni ’70. Qui lavoriamo e qui sono nati i nostri figli, questa è anche la nostra casa. Vogliamo strade e luoghi sicuri per i nostri figli esattamente come i cittadini europei, e ci facciamo ogni giorno portatori di un islam di pace, di un islam volto al dialogo, al riconoscimento e al rispetto dell’Altro”. “Secondo il Global Terrorism database (Gtd), curato dall’Università del Maryland, gli atti terroristici compiuti nell’ultimo ventennio in Europa sono stati 4mila, per un totale di 806 vittime e più di 5.000 feriti” spiega. “Nell’ultimo periodo Parigi, Bruxelles, Lahore, sono state ignobilmente insanguinate al grido di Allah Akbar, e le vittime sono state cristiani e musulmani insieme. Ma nel Corano si predica la pace non si inneggia alla guerra: ‘chiunque uccida un uomo sarà come se avesse ucciso l’umanità intera. E chi ne abbia salvato uno sarà come se avesse salvato tutta l’umanità [Corano 5:32]. Per questo esprimiamo tutto il nostro dolore per le vittime del terrore. Non importa la loro nazionalità, il colore della loro pelle o il loro credo: le piangiamo come se fossero nostri figli, nostri fratelli e nostre sorelle. La pace si costruisce ogni giorno, fianco a fianco, e vorremmo che tutti i luoghi di culto portassero questo messaggio, perché la nostra vita nel Salento dimostra che l’islam non è incompatibile con la cultura occidentale, e che insieme possiamo costruire ponti anziché innalzare muri. Salam alaykum, Che la pace sia con voi”. (Foto di archivio: 50 scatti per la pace)