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Schiaffi e spintoni ai bimbi di tre anni, arrestata maestra salentina

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La donna, in servizio alla scuola materna "Montessori" di Capurso è stata arrestata insieme a tre colleghe.   C'è anche una 52enne della provincia di Lecce tra le quattro maestre di scuola materna arrestate oggi dai carabinieri del comando provinciale di Bari. La donna, M.L., insieme alle colleghe, tutte della provincia di Bari è accusata di gravi maltrattamenti nei confronti dei piccoli alunni, tutti di tre anni, della scuola materna “Montessori” di Capurso dove prestava servizio. Quello che accadeva nelle classi è stato registrato dalle telecamere, installate dai carabinieri della locale stazione che hanno portato avanti le indagini coordinati dalla Procura di Bari: offese e punizioni esemplari, mortificazioni ripetute e maltrattamenti fisici che rendevano “dolorose e mortificanti” le relazioni con i bambini, a loro affidati per cura ed educazione, assumendo comportamenti vessatori e violenti nei loro confronti. In particolare i carabinieri hanno verificato che le maestre, in maniera sistematica assumevano  nei confronti dei bambini comportamenti violenti,  spintonandoli, strattonandoli, a volte, trascinandoli fino a farli cadere o urtare ed, in alcuni casi, percuotendoli con schiaffi alle braccia e sul volto. Ai piccoli, veniva imposto di rimanere con il capo riverso sul banco, in posizione sottomessa ed, in caso di rifiuto, costretti con forza a tenere tale posizione. Altre “punizioni” consistevano  nell’imporre ai bambini a rimanere in un angolo della classe con il volto rivolto verso il muro, a volte, con le mani dietro la schiena, per periodi prolungati. Non solo, le maestre minacciavano i bambini, intimorendoli che: “sarebbero stati legati con la corda – che avrebbero avuto le botte – che sarebbero stati portati in caserma dai carabinieri dove un cane gli avrebbe dato un morso”, oltre a mortificarli  platealmente, ed offendendoli con frasi: ”monelli, cattivi, scostumati, maleducati, monellaccio di strada, rimbambiti, pappamolli”. Le quattro maestre sono state confinate agli arresti domiciliari.

Costa, il dossier che "promuove" Tap: "Opera legittima". Si va verso il via libera definitivo

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In una nota ufficiale il ministro dell’Ambiente comunica di aver inoltrato le proprie valutazioni al premier Conte: “Non sono emersi profili di illegittimità dell’infrastruttura”. Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha annunciato di aver trasmesso in data odierna al premier Giuseppe Conte le proprie valutazioni di legittimità svolte dal proprio Ministero sulla valutazione di impatto ambientale relative al progetto Tap: “Anche nei punti contestati – ha spiegato in una nota - non sono emersi profili di illegittimità, indipendentemente dal merito, in quanto la Commissione Via, unico soggetto titolato a pronunciarsi ha ritenuto ottemperate le prescrizioni". "La valutazione fatta dal Ministero dell'Ambiente – ha aggiunto - esula dal mio pensiero personale e dal mio convincimento politico, se l'opera sia giusta o no. Ma nella fase attuale ogni valutazione da parte del Ministero deve essere fatta solo ed esclusivamente sulla base del principio della legittimità degli atti e non sul merito tecnico dei medesimi, in quanto non consentita dall'Ordinamento".  Il ministro ha poi precisato che il lavoro sia durato ininterrottamente per più giorni, durante i quali sono state esaminate oltre mille pagine di documenti e c'è stata anche una nuova interlocuzione con Ispra su alcuni aspetti delle varie fasi della procedura: “È bene sottolineare – ha chiarito - che parliamo di un procedimento già autorizzato e concluso nel 2014, su cui si è espresso il Consiglio di Stato con sentenza 1392 del 27 marzo 2017, confermandone definitivamente la legittimità". "Tuttavia, come è stato detto – ha proseguito Costa -, abbiamo ascoltato tutte le osservazioni provenienti dal territorio, sia dai portavoce del Movimento 5 Stelle sia dal comune di Melendugno. Abbiamo valutato se tutte le autorizzazioni fossero state emesse a norma di legge. Il risultato di questo lavoro è ora nelle mani del Presidente del Consiglio per le opportune valutazioni che il governo dovrà esprimere". Sembra, dunque, stante le dichiarazioni del ministro che il governo si prepari a dare il via definitivo all’infrastruttura contestata. Nonostante le promesse in campagna elettorale, soprattutto da parte dei rappresentanti salentini e nazionali del Movimento Cinque Stelle, di bloccare l’opera.

Liverani sul Foggia: "Sarà un derby difficile". I convocati

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Out Bovo che non sarà della partita così come Lucioni e Riccardi. Rientra regolarmente invece Falco. Questa mattina il Lecce ha svolto la rifinitura della vigilia di campionato. Domani i salentini saranno infatti chiamati a disputare la difficile trasferta di Foggia, che in classifica vanta gli stessi numeri sul campo dei giallorossi dovendo tuttavia far fronte alla penalizzazione in classifica che costringe i rossoneri a un posto in piena zona retrocessione. Dopo la seduta il tecnico giallorosso Fabio Liverani ha presentato il match: “Quello di Foggia è un derby, e i quanto tale è normale che abbia un valore speciale a livello emotivo ed ambientale. Con i ragazzi abbiamo preparato questa partita nel modo giusto, poi il campo dirà che gara sarà. Il Foggia ha fatto un mercato importante, forse i punti di penalizzazione gli hanno tolto un po’ i riflettori di dosso, ma è una squadra importante. Dispongono di attaccanti bravi, in mezzo al campo hanno qualità e in difesa sono forti fisicamente. Differenze tra le nostre prestazioni in casa e in trasferta? Non credo che cambi nulla tra il giocare al “Via del Mare” o fuori casa, nel senso che noi le gare le prepariamo sempre in un certo modo, a prescindere da questo fattore. Credo che domani sarà una bella partita”. *** Ecco la lista dei convocati per il match di domani: PORTIERI: Vigorito, Bleve, Milli DIFENSORI: Fiamozzi, Venuti, Meccariello, Cosenza, Marino, Calderoni, Di Matteo CENTROCAMPISTI: Petriccione, Arrigoni, Scavone, Mancosu, Haye, Lepore, Armellino, Tsonev, Tabanelli ATTACCANTI: Palombi, Pettinari, Torromino, La Mantia, Dubickas Fonte: Salentosport.net 

Fuoco nella notte a Ruffano: in fiamme autocarro. Danni per 15mila euro

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L’incendio è divampato in un piazzale recintato. Sul posto, vigili del fuoco e carabinieri. Fuoco nella notte a Ruffano, dove nella strada comunale vecchia per Acquarica, all’interno di un piazzale recintato, è andato in fiamme un autocarro “Scania” modello R380. Il rogo ha distrutto il parafanghi e parte del cassone. Sul posto, i vigili del fuoco che hanno domato l’incendio e i carabinieri per i rilievi. I danni si aggirano attorno ai 15mila euro.   Un secondo incendio si è sviluppato a Maglie, in via Tommaso Campanella: ad andare in fiamme una Mercedes classe B. Sul posto, i vigili del fuoco e i carabinieri. 

Cocaina e creatina nella sala slot: arrestato 39enne. Droga anche nei bagni di una scuola

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I controlli dei carabinieri hanno portato all’arresto di un 39enne di Leverano, sorpreso in flagranza di reato. È stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio Luca Dell’Anna, 39enne di Leverano, sorpreso in flagranza di reato dai carabinieri. I militari hanno perquisito la sala slot di proprietà dell’uomo, rinvenendo 11 dosi di cocaina per peso un totale di 4 grammi, 52 grammi di creatina, quale sostanza da taglio, un libro mastro, materiale vario da confezionamento e un bilancino di precisione, oltre a un proiettile calibro 7,65. Tutto è stato sottoposto a sequestro. I controlli sono stati estesi anche all’interno di una scuola, a Campi salentina, dove all’interno dei bagni, venivano ritrovati 23 grammi di hashish e 13 di marijuana. Indagini in corso.  

Tap, il premier Conte annuncia: "Il gasdotto si deve fare, ci metto la faccia"

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Il premier lo ha comunicato ai sindaci pugliesi, anche alla luce del dossier presentato dal ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. “Tap si farà”: ad annunciarlo è il premier Giuseppe Conte, che, dopo la presentazione del dossier del Ministro all’Ambiente, Sergio Costa, che ha evidenziato come l’opera sarebbe legittima. Il presidente del consiglio lo ha comunicato ai sindaci pugliesi, sottolineando di aver “fatto tutto quello che potevamo, non lasciando nulla di intentato”. “Ora però – ha precisato il premier - è arrivato il momento di operare le scelte necessarie e di metterci la faccia. Prometto un'attenzione speciale alle comunità locali perché meritano tutto il sostegno da parte del Governo. Decisiva sarebbe stata, stando alle dichiarazioni dello stesso Conte, nella valutazione finale sull'opera l’analisi dei costi benefici dell’infrastruttura. Un punto, però, da tempo contestato dal comitato "No Tap", che ha richiesto i documenti che attestino le eventuali penali da pagare con l'interruzione del progetto. E sui profili Facebook dei rappresentanti del M5S, in particolare, si moltiplicano commenti di salentini che, dopo questa svolta, chiedono le loro dimissioni.    

Pericolo wi-fi? La parola all’esperto

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Intervista a Luciano Tarricone, professore ordinario di Campi elettromagnetici presso l’Università del Salento, sui temi del cosiddetto “inquinamento elettromagnetico”. In questi giorni è tornato d’attualità il progetto “Lecce wireless”, finalizzato a garantire attraverso una moltiplicazione di hotspot sui tetti della città l’utilizzo del wi-fi gratuito e un migliore accesso alla rete per i cittadini. Tuttavia, sono diverse le perplessità di carattere ambientale sul progetto, espresse in particolare dal comitato “Lecce via cavo” e da quanti sono preoccupati del cosiddetto “inquinamento elettromagnetico”. Abbiamo intervistato il professor Luciano Tarricone, ordinario di Campi Elettromagnetici presso l'Università del Salento, per approfondire il tema delle nuove tecnologie e del sovraccarico di connessioni in relazione ai possibili problemi legati all’impatto ambientale e alla salute.  Professore, in questi giorni in città si discute del progetto “Lecce wireless” che ha garantito più di ottanta hotspot sul territorio e ne prevede altri 350 per permettere ai cittadini l’utilizzo del wi-fi gratuito e un migliore accesso alla rete. Ragionando fuori dal caso specifico e dentro il contesto di una società immersa nelle nuove tecnologie e in perenne connessione, ci s’interroga sugli effetti delle reti wi-fi.   “Innanzitutto non conosco nello specifico il progetto citato. Per ragionare in termini scientifici occorre partire da un fatto: in generale, le varie reti wireless funzionano ricorrendo all’uso di varie categorie di antenne. Ad esempio, le antenne per stazioni radio base (quelle che vediamo tipicamente sui tralicci), hanno di solito livelli di potenza utilizzati più consistenti e hanno il compito di coprire alcune porzioni del territorio; altro esempio sono le antenne utilizzate dalle unità mobili, i nostri cellulari, che hanno caratteristiche leggermente diverse, sono di solito più piccole e lavorano con livelli di campo irradiato più contenuti, ma si trovano spesso a operare in stretta prossimità del corpo umano e nella maggior parte dei casi della testa”. Fatta questa premessa, le reti wi-fi possono rappresentare un problema? “Parliamo di fenomeni su cui il ragionamento va fatto in termini di relazione dose – effetto. Noi siamo esposti ad un certo agente fisico, in questo caso il campo elettromagnetico, e gli effetti potenzialmente indotti sono fortemente legati alle dosi che di questo agente fisico si depositano nel nostro organismo. Ma questo non significa che nella realtà i ragionamenti intuitivi o ovvi siano anche corretti”. In che senso? “Faccio un esempio pratico: s’immagini di utilizzare il suo cellulare in un punto del territorio nel quale il segnale che il suo cellulare riceve dalla stazione radio base è relativamente basso. Cosa succede? Il cellulare, per come è progettato il sistema, deduce (a torto o a ragione) che la stazione radio base che emette il segnale sia difficilmente raggiungibile, vuoi per la distanza o per altre ragioni; a quel punto il cellulare lavora con il massimo livello di potenza che può utilizzare e irradia più di quanto non farebbe in altre circostanze, col risultato che si ha in prossimità della testa una sorgente che irradia più del dovuto e magari, a centinaia di metri, esiste un’altra sorgente che sta irradiando meno di quanto probabilmente potrebbe”. Provando a semplificare il principio? “Siccome si tratta di un problema nel quale pesano le dosi cui è esposto il singolo soggetto, i casi specifici vanno analizzati con un certo livello di attenzione. Il tema non si presta a essere trattato in maniera semplicistica, perché situazioni di esposizione che a volte vengono sottovalutate meritano attenzione e altre, ritenute degne di grande attenzione, potrebbero essere gestite in maniera più semplice”. Quali allora le scelte corrette nei confronti di queste reti? “Se guardiamo agli aspetti strettamente legislativi e a meno che uno non metta l’antenna del router di casa sul cuscino, gli apparati domestici sono perfettamente rispondenti ai parametri di legge. Anche se questi limiti di legge sono rispettati, è buona prassi, ed è suggerito dalla ricerca scientifica, adottare quello che l’Unione Europea definisce come principio di precauzione. Bisogna, insomma, avere una serie di accorgimenti che permettano l’utilizzo dei servizi con adeguata qualità e contemporaneamente portino a situazioni di esposizione cautelative. La scelta corretta, anche da un punto di vista scientifico, è quella di adottare un approccio consapevole all’uso di questi strumenti”. Nel concreto cosa significa avere un approccio “consapevole”? “Significa avere un’idea abbastanza chiara di come funzionano da un punto di vista fisico le tecnologie che adoperiamo e adottare dei criteri di uso che, a volte, possono essere estremamente semplici, ma che devono appunto rispondere all’applicazione del principio di precauzione”. Chi si oppone alla moltiplicazione delle installazione di hotspot fa riferimento a una serie di pareri scientifici sul rischio di inquinamento elettromagnetico. È un’opposizione legittima? “I casi, come detto, vanno studiati in maniera concreta e specifica. Talvolta, a seconda della conformazione geografica del territorio e delle città, frammentare l’infrastruttura wireless in un numero maggiori di unità e antenne, stazioni radio base, hotspot non è necessariamente sotto l’aspetto dell’impatto ambientale un danno. In alcuni casi, numeri alla mano, se invece di installare tre antenne che emettono maggiore potenza ne installo dieci che emettono singolarmente di meno, potrei averne un vantaggio in termini di distribuzione del segnale e contenimento dell’esposizione. Così come in altri casi, invece, potrebbe non esserlo. Ripeto: il tema non si presta a semplificazioni o a una visione giacobina, perché i problemi scientifici sono complessi e vanno affrontati in maniera quantitativa e non discorsiva”. E, quindi, come ci si orienta per evitare improprie semplificazioni sul tema? “Ci sono gli strumenti teorici e pratici per stabilire, a seconda delle situazioni, quali sono gli approcci più corretti. La prima risposta, pertanto, è che non ci sono risposte a scatola chiusa, ma esistono gli strumenti per dare delle risposte quantitativamente corrette alla domanda. Non c’è un’unica politica sempre migliore di un’altra, perché siamo di fronte a un agente fisico, il campo elettromagnetico, che si propaga e può incontrare ostacoli e che risponde a questa interazione in maniere note ma diverse, proprio in virtù delle situazioni e delle tipologie di ostacoli che incontra, o delle caratteristiche del segnale stesso”. Che cosa s’intende quando si parla di “inquinamento elettromagnetico”? “Intanto, nella comunità scientifica è raro che si parli in senso stretto di inquinamento elettromagnetico, però, visto che l’opinione pubblica inquadra il tema utilizzando queste parole, le usiamo. Di cosa parliamo? Parliamo del fatto che questo agente fisico, chiamato campo elettromagnetico, quando interagisce con sistemi viventi può provocare all’interno di essi alcuni effetti. A seconda delle frequenze del campo elettromagnetico in questione, vengono eccitate delle correnti elettriche all’interno degli organismi bersaglio, o si hanno degli effetti di riscaldamento esattamente con lo stesso principio con cui funziona un forno a microonde (riscalda perché riscalda molto efficacemente la parte liquida contenuta nei tessuti biologici). Non è però tutto. Infatti, oltre agli effetti citati, ce ne possono essere altri di natura non termica. In sostanza, quando parliamo di inquinamento elettromagnetico, si fa riferimento all’interazione tra il campo elettromagnetico e i sistemi biologici, e a quelle conseguenze non volute e non benefiche che si possono produrre se si superano determinate dosi. La ricerca scientifica sta ancora lavorando per capire quali possano essere i limiti all’esposizione elettromagnetica che permettano di controllare i rischi dovuti agli effetti non termici, mentre ha già dato risposte per le correnti indotte e gli effetti termici”. Dalle sue conoscenze, esistono zone di rischio a Lecce? “Ho fatto in passato campagne di misura anche a Lecce, ma le ultime risalgono a cinque o sei anni fa. Non ho dati aggiornati, ma ricordo che, all’epoca, c’erano delle zone sulle quali era opportuno mettere l’attenzione. Si tratta però di dati abbastanza obsoleti, che andrebbero aggiornati”. La sovraesposizione tecnologica non risparmia oggigiorno neanche i bambini. È lecito fare maggiore attenzione nei loro confronti e possono risultare soggetti più a rischio? “Dal punto di vista scientifico, le ragioni per cui ha senso avere una particolare accortezza nei loro confronti sono anatomiche, in quanto la scatola cranica di un bambino è elettromagneticamente diversa da quella di un adulto, e questo si traduce in una ridotta capacità schermante rispetto ai campi elettromagnetici, soprattutto per alcune frequenze. Ha senso pertanto un uso moderato e attento di questi mezzi da parte dei bambini e, direi, consapevole da parte dei genitori. C’è poi altro, oltre l’aspetto elettromagnetico. In realtà, il dato che le neuroscienze danno per acquisito è che un effetto dannoso dell’uso sfrenato di alcune tecnologie da parte dei bambini è quello cognitivo”.  Quando parla di effetto cognitivo a cosa si riferisce? “All’incapacità di mantenere una soglia di attenzione almeno adeguata per qualche minuto su un determinato argomento, alla difficoltà di apprendimento e alle metodologie di apprendimento, all’uso della parola scritta, letta e parlata: senza una padronanza adeguata del linguaggio, non si può imparare perché non si riesce a pensare. Non si progredisce. Non si cresce. Sono tutti aspetti che possono essere intaccati dall’abuso di questi strumenti, che, da un lato, possono rivelarsi preziosissimi, e contemporaneamente levarci tanto. È questo il problema posto da molte tecnologie che utilizziamo, e per la verità, non solo dal wireless”. Cosa fare allora in definitiva? “Le racconto un aneddoto personale, a suo modo divertente. Ho due figli, uno di 22 anni e l’altra di 20, che potremmo definire dei digitali nativi. D’abitudine anche loro, quando erano ragazzini, spesso e volentieri si addormentavano col cellulare a tre centimetri dalla testa nonostante i miei richiami. Quando glielo facevo notare, mi rispondevano: “Zitto tu che di queste cose non ne capisci niente”. A parte la fisiologica difficoltà del mestiere di genitore, ritengo che l’educazione alla conoscenza, alla visione critica e alla consapevolezza (non solo nell’uso delle tecnologie) siano gli atteggiamenti concreti da assumere e trasmettere”. Mauro Bortone     

Tumore alla prostata: ecco come effettuare i controlli nel mese della prevenzione

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Novembre è il mese dedicato alla prevenzione del tumore alla prostata: molti professionisti si metteranno a disposizione gratuitamente per i controlli di base. Informarsi, rivolgersi allo specialista ai primi sintomi e non sottovalutare il problema può essere una salvezza per qualsiasi uomo. La prostata è una ghiandola maschile che produce circa il 70 per cento del liquido seminale, veicolo e nutrizione degli spermatozoi: ha la forma di una castagna, pesa circa 20 grammi ed è formata da due lobi laterali. Con il passare del tempo questo organo assume la forma di un tubero a causa dello sviluppo di diversi lobi (se ne possono contare fino a 7) e può superare anche i 200 grammi di peso. “Ogni anno, in Italia, circa 20 mila uomini si ammalano di neoplasia della prostata, che rappresenta il tumore più frequente nella popolazione maschile - avverte l’urologo del Vito Fazzi, Vincenzo Giannone – Nonostante ciò solo una quota irrilevante di uomini effettua screening regolari volti alla sua prevenzione e alla diagnosi precoce”. La prima forma di prevenzione è informarsi, come spiega lo specialista. Il tumore alla prostata è una formazione di un tessuto costituito da cellule che crescono in modo incontrollato e anomalo all’interno della ghiandola prostatica: i fattori di rischio non sono ancora chiari, ma si sa che alimentazione, fumo, sedentarietà, sostanze chimiche e cause genetiche hanno tutte un ruolo nell’esplosione della patologia. INTERVISTA ALL’UROLOGO, DOTTOR VINCENZO GIANNONE Dottore, è davvero possibile prevenire il tumore alla prostata? “La reale prevenzione della neoplasia della prostata dovrebbe prevedere la completa conoscenza delle cause sulle quali poter intervenire. In realtà, molte di queste restano sconosciute o si avvalgono di semplici osservazioni. L’incidenza della neoplasia prostatica appare maggiore in alcuni popoli: negli USA, ad esempio, gli afro-americani sono più colpiti rispetto agli orientali. Queste osservazioni ci inducono a pensare che i fattori ereditari possano essere alla base di questo problema. Ma, naturalmente, non possono essere esclusi i fattori ambientali e gli stili di vita dalle possibili cause del cancro alla prostata. Il fatto, tuttavia, che il tumore prediliga l’età avanzata, quando anche nell’uomo l’equilibrio ormonale si rompe, fa propendere per una etiopatogenesi disendocrina del problema. Una ulteriore prova a proposito può essere rappresentata dal fatto che terapie di blocco androgenico rappresentano il trattamento di prima linea della neoplasia non più chirurgicamente trattabile. Tuttavia l’arma più efficace a nostra disposizione è rappresentata dalla diagnosi precoce”. Com’è possibile riconoscere il tumore alla prostata e come si manifesta? “La prostata è collocata nel piccolo bacino. Nella ghiandola è possibile riconoscerne, in realtà, due componenti distinte, anche embriologicamente. La prima, cosiddetta periuretrale, avvolge l’uretra ed è in intima contiguità con la vescica. Da questa origina l’iperplasia o adenoma prostatico che può manifestarsi con i classici sintomi sulla dinamica minzionale (irritativi, tipo frequenza e urgenza minzionale, oppure ostruttivi: mitto debole, attesa preminzionale ed impegno del torchio addominale). La presenza dei sintomi dipenderà dai rapporti che i lobi, prostatici ipertrofici, contrarranno con l’uretra e la vescica. Si calcola mediamente che solo quattro lobi su sette descritti determineranno dei sintomi su circa il 10 per cento della popolazione che perverrà all’osservazione dell’urologo. La neoplasia prostatica, invece, potrà decorrere per lungo tempo asintomatica, derivando dalla porzione periferica della ghiandola, che non contrae alcun rapporto con l’apparato urinario, e manifestarsi direttamente con i sintomi della metastasi. Per la diagnosi, quindi, perché sia la più precoce possibile, è fondamentale che il paziente segua un programma di periodici controlli, già a partire dai 50 anni: in questo modo anche la patologia asintomatica può essere scoperta”. Prima di presentarsi dall’urologo è bene fare accertamenti specifici? “Certamente il PSA (una proteina presente nel sangue e prodotta esclusivamente dalla prostata, che può essere dosata attraverso un semplice prelievo ematico) il cui risultato, tuttavia, va interpretato e non semplicemente letto, né può sostituire la visita medica. Capita, infatti, di osservare casi in cui il paziente in considerazione di un valore di PSA normale ritenga superflua la visita urologica. In realtà molti casi di tumore della prostata, a volte proprio i più aggressivi, non determinano alcun incremento del PSA. E’ vero anche il contrario dal momento che un incremento del PSA può essere presente anche in patologie non neoplastiche della ghiandola prostatica. Sono tuttavia allo studio nuovi markers (PCA3 – PHI-IXIP, disabili nelle sangue o nelle urine dei pazienti con sospetta neoplasia della prostata) la cui validazione non è completamente confermata”. Quali sono i trattamenti più efficaci? Si può guarire facilmente dal tumore alla prostata? “La neoplasia della prostata è il tumore contro il quale sono disponibili diversi trattamenti a seconda dell’estensione della malattia. Se diagnosticato in maniera tempestiva, è possibile intervenire chirurgicamente asportando la ghiandola con trattamenti così conservativi da risparmiare tutte le funzioni necessarie al funzionamento della sessualità e della continenza urinaria (la fertilità, comunque, risulta compromessa). L’intervento può essere effettuato per via tradizionale, cioè attraverso un’incisione chirurgica, sull’addome o sul perineo (perineale) o laparoscopica (vale a dire attraverso piccoli fori sull’addome). I centri più accreditati si avvalgono dell’uso di robot, senza che ci sia un’acclarata evidenza che questa procedura possa garantire risultati migliori. Hanno la medesima finalità radicale i trattamenti di radioterapia esterna, oggi sempre più efficace grazie alle nuove tecnologie, o effettuata attraverso l’infissione di aghi radioattivi nel parenchima prostatico, tecnica nota come brachiterapia”. Quando il tumore non è più curabile chirurgicamente, cosa si fa? “Esistono varie linee di trattamento farmacologico, di blocco androgenico e di supporto quali, ad esempio, la radioterapia di eventuali metastasi con tecnologia tradizionale. In alcuni casi, il radionucleotide viene iniettato per via endovenosa, veicolato da molecole che vengono captate in maniera elettiva dalla metastasi (tecnica nota come radioterapiametabolica). Anche questa fase potrà ancora essere necessario l’intervento chirurico, sia pur non con finalità radicali per salvaguardare la funzione renale a volte ostacolata dal tumore ostruente, o la dinamica minzionale resa difficile dalla neoplasia che a questo punto può davvero infiltrare l’uretra”. Quindi, le campagne di prevenzione sono utili?  “Assolutamente necessarie, anche sotto il profilo economico in generale. Tutte le persone sensibili dovrebbero diffondere informazioni in questo campo, ma soprattutto le Società mediche e, il Ministero attraverso le Asl. Diagnosticare tempestivamente la neoplasia alla prostata consente di risparmiare i costi sanitari e sociali che inevitabilmente ricadono su tutta la comunità e le famiglie. Consideriamo anche che lo screening non si limiterebbe ovviamente alla visita della prostata, ma verrebbe esteso a tutte le problematiche urologiche ed andrologiche a carico dei genitali e dei reni, di cui pure la nostra specialità si occupa”. Gaetano Gorgoni 

Rione Salesiani, avvistati topi per strada. I residenti: "Necessaria una derattizzazione"

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I residenti, con lo Sportello dei Diritti, chiedono una derattizzazione in tutta la zona. Segnalazioni da parte dei residenti del rione Salesiani. Il motivo? La presenza sempre più frequenti di topi per strada. A farsi portavoce del problema è Giovanni D'Agata col suo Sportello dei Diritti.  "Come testimoniano le foto fatte con una certa apprensione da alcuni residenti - scrive D'Agata -, nel cuore della città, topi di grosse dimensioni che scorrazzano per la strada, in mezzo alle persone e alle auto, attirati e nutriti dai rifiuti".  Secondo quanto afferma D'Agata, gli avvistamenti di topi, anche di grossa taglia, non sarebbero isolati: "La presenza di colonie sempre più numerose e diffuse di topi - sottolinea D'Agata - costituisce un rischio concreto per i cittadini dato che topi e ratti possono essere portatori, in particolare, di salmonella e leptospirosi, una patologia che si trasmette dal roditore all’uomo. E non si tratterebbero di casi isolati anche se non si può fare una stima del numero di roditori presenti, topi e ratti sono indubbiamente in aumento. Chiediamo un’urgente derattizzazione su tutto il comprensorio e l’immediata conformità delle norme igienico sanitarie in una zona ad alta densità abitativa e con numerose attività commerciali e anche grande flusso turistico per la presenza dell'Hotel".

Brindisi, aggrediscono due migranti con mazze da baseball: arrestati

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Manette per i responsabili dell'aggressione: si tratta di due brindisini di 35 e 42 anni. Sono stati arrestati dopo aver messo in atto un'aggressione a sfondo razzista. Due brindisini di 35 e 42 anni sono finiti in manette dopo aver picchiato due migranti con mazze da baseball. Per loro è scattata un'ordinanza di custodia cautelare dopo le indagini condotte dalla Digos e dalla Questura di Brindisi. Le due vittime, un ghanese e un senegalese, erano stati colti di sorpresa. I due brindisini li avevano braccati per strada il 19 ottobre scorso, aggredendoli e costringendoli a cure ospedaliere. Un terzo migrante, durante la stessa giornata, era stato salvato grazie all'aiuto di un passante.

Meduse tropicali nel mare del Salento: l'avvistamento nel Canale d'Otranto

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Si tratta di un raro esemplare di Porpita Porpita, il “bottone blu del mare”. La scoperta da parte degli scienziati di Dubrovnik. Il 19 ottobre è stato avvistato nell’Adriatico meridionale, a circa sei miglia al largo di Otranto, un esemplare di Porpita porpita, noto come il “bottone blu del mare”, una colonia planctonica che fa parte della biomassa che rappresenta la ricchezza del mare aperto. Lo rende noto l'Institute for Marine and Coastal Research of the University of Dubrovnik, sulla sua pagina Facebbok. L'Istituto da anni opera nella salvaguardia e nella diffusione della conoscenza del mare, nello specifico le caratteristiche naturali del Mare Adriatico e dell'area costiera, e in particolare nella ricerca della struttura e dei processi negli ecosistemi. Secondo gli scienziati è il primo avvistamento che avviene in maniera documentata. Un organismo raro nel Mediterraneo, che variano tra i 0,5 ai 2 cm, di un colore blu brillante, con il corpo centrale molto simile all'iride di un occhio, dotato di tentacoli sottilissimi e ramificati che si lascia trasportare dalle correnti marine, non avendo la capacità, al pari di tutti gli altri esseri planctonici, meduse incluse, di nuotare contro corrente. Appartiene alla famiglia delle meduse, ma in realtà è un idrozoo coloniale della famiglia Porpitidae, una colonia di polipi, zooidi, che si organizzano formando una struttura rotondeggiante, chitinosa, chiamata pneumatoforo.. La straordinarietà’ dello pneumatoforo, è di esser composto da piccolissime camere d’aria collegate tra loro che incamerano e rilasciano aria in modo da poter far affondare o galleggiare l’animale. Intorno a questo disco chitinoso si possono ammirare i tentacoli blu armati di nematocisti, piccole cellule che contengono dardi urticanti. Come le sue Vellelle, le più strette parenti, anche la porpita porpita attacca le prede che stordisce con un veleno urticante. La porpita porpita, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è tipica dei mari tropicali, ma ultimamente sempre piú presente nel Mediterraneo ed adesso anche nell'Adriatico meridionale dinanzi alle coste della Puglia. Fortunatamente il suo potere urticante è molto basso, cioé si può prendere in mano, ma facendo attenzione poi a lavarci bene le mani e a non toccarsi inavvertitamente le parti sensibili della nostra cute, come palebre, occhi, bocca.   

Stanotte torna l'ora solare: lancette indietro di un'ora

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Questa notte si torna all'ora solare: le lancette dovranno essere spostate un'ora indietro, dalle 3 alle 2. Avremo mattinate con più luce, ma il tramonto arriverà prima. L'ora legale, invece, tornerà il 31 marzo 2019.  La Commissione europea discute in questi mesi sulla possibilità di abolire entro l'anno l'ora solare, ma si potrebbe decidere di eliminarla definitivamente solo nel 2021.

Incendio nella notte a Matino: le fiamme distruggono un veicolo

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Sono in corso le indagini per accertare l'origine dell'incendio. Fiamme nella notte a Matino. Erano circa le 2.30 del mattino quando i carabinieri sono intervenuti in via Nazario Sauro, dove poco prima si era sviluppato un incendio. Le fiamme, domate dai vigili del fuoco del distaccamento di Gallipoli hanno completamente distrutto una Fiat Punto. Sono in corso le indagini per accertare l'origine del rogo.

Tap, si pensa ai ristori. Amati: "Tap in Regione per discutere su indennizzi"

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Il presidente della Commissione Bilancio in Regione ha già chiesto un'audizione con Tap: "Era chiaro che sarebbe finita così". Il giorno dopo le dichiarazioni del premier Conte su Tap, si comincia a pensare alle compensazioni per il territorio che ospiterà il gasdotto. Ad intervenire è il presidente della commissione Bilancio della Regione Puglia Fabiano Amati, che ha chiesto l'audizione di Tap a Bari. “Ho chiesto l’audizione in Commissione del consorzio Tap e dei sindaci dei Comuni interessati, per facilitare il dialogo sui ristori. Mi pare che su questo argomento la Regione possa svolgere un ruolo coerente con la sua funzione, aggiungendo un po’ di forza negoziale alla posizione dei Comuni, oggettivamente indebolita dopo aver seguito per anni i profeti dell’impostura oggi seduti comodamente in Parlamento”. Lo dichiara il presidente della commissione regionale Bilancio, Fabiano Amati. “Come per Ilva era chiarissimo che la storia sarebbe finita così”, prosegue. “Il problema è che nonostante la chiarezza si è cincischiato per prendere in giro la gente, forse facendo perdere ai Comuni la forza negoziale nell’ottenere ristori o indennizzi. Mi pare, per questo, opportuno sondare le intenzioni della società Tap ed eventualmente schierare la Regione a fianco dei Comuni per ottenere i ristori perché, a fronte d’indiscutibile utilità generale, l’opera genererà ingenti introiti economici, per cui sarebbe davvero curioso – conclude - se il territorio che ne paga l’impatto non dovesse essere partecipe di un ristoro equo e congruo”.

Rapina a mano armata in farmacia: dopo un mese arrestato il responsabile

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In manette un 44enne gallipolino, ritenuto il responsabile della rapina avvenuta a Magliano lo scorso 24 settembre. Lo scorso 24 settembre aveva preso d'assalto la farmacia di Magliano. Dopo 30 giorni è finito in carcere Andrea Pati, 44enne gallipolino, con l'accusa di rapina a mano armata. Con il volto travisato dal passamontagna, si era introdotto nella farmacia e sotto la minaccia di una pistola, si faceva consegnare dalla titolare del denaro contante. Terminata l'azione, il malvivente fuggiva nelle vie limitrofe a bordo di un'autovettura oggetto di furto, avvenuto poco prima a Monteroni. Oggi il 44enne è stato arrestato e condotto presso il carcere di Lecce. 

Perde il controllo del mezzo e distrugge 4 auto: era completamente ubriaca

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L'episodio è avvenuto nella notte in via 1 Maggio. Ubriaca alla guida, perde il controllo e va a sbattere contro quattro auto. Paura nella notte a Giorgilorio dove un forte boato ha risvegliato in piena notte un intero quartiere. Una donna, in completo stato di ebbrezza, ha perso il controllo della sua Lancia Y mentre si trovava in via 1 Maggio, andando a impattare con 4 macchine parcheggiate lungo il ciglio della strada. Fermata dai carabinieri, la donna è stata sottoposta al test del palloncino: il tasso alcolemico è risultato altissimo.

Movimento No Tap: "Il ministro Lezzi dimostri che esistono penali o si dimetta"

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Il Movimento No Tap non fa attendere le proprie dichiarazioni il giorno dopo l'ammissione del Governo sull'intenzione di realizzare il gasdotto Tap. A parlare in video è Gianluca Maggiore, portavoce del Movimento No Tap: la richiesta è di vedere i documenti che attestino l'esistenza di penali per il nostro Stato nel caso di interruzione del cantiere. Ad essere chiamata in causa è soprattutto il ministro per il Sud Barbara Lezzi, che durante la campagna elettorale aveva più volte promesso di bloccare i lavori se il Movimento 5 Stelle fosse andato al Governo. Ieri anche le ultime speranze di uno stop al cantiere sono venute meno.

Picchiano e rapinano un uomo, poi tentano la fuga: stretta sui controlli a Parco di Belloluogo

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Controlli ad "Alto Impatto" nella zona del Parco di Belloluogo: in manette un cittadino nigeriano irregolare, denunciato un cittadino malese sprovvisto dei documenti di identità. Controlli sempre più serrati a Lecce da parte delle forze dell'ordine: è di un arresto e una denuncia l'esito dell'operazione "Ad alto impatto" da parte della polizia di stato. Nella serata di ieri, durante il pattugliamento nei parcheggi del Foro Boario, una volante ha notato due individui che alla vista della polizia si sono allontanati scappando in bicicletta, mentre un altro individuo attirava la loro attenzione chiedendo aiuto e riferendo di essere stato appena rapinato dai due che stavano scappando. Immediatamente gli agenti si sono posti all’inseguimento degli autori della rapina, i quali nonostante venisse intimato più volte l'Alt hanno continuato la fuga in direzione del cimitero. Poco dopo, un altro equipaggio di volante è riuscito a bloccare uno dei due fuggitivi nei pressi del cimitero, mentre il secondo uomo è riuscito a far perdere le proprie tracce dileguandosi all’interno del Parco di Belloluogo. Il fermato è stato sottoposto a controllo e trovato in possesso di un cacciavite e di una penna con la parte finale rotta ed appuntita, e di una banconota da 50 euro rinvenuta all’interno della tasca dei pantaloni. Riconosciuto dalla vittima, il fermato, privo di documenti di identità in corso di validità, ed in possesso di un permesso di soggiorno scaduto 4 anni fa, è stato accompagnato in Questura ed identificato: si tratta di un cittadino nigeriano 23enne, in attesa dell’esito di un ricorso proposto avverso il rifiuto da parte della Commissione del riconoscimento dello status di rifugiato per motivi umanitari. La vittima della rapina, un cittadino del Bangladesh regolare sul territorio italiano, ha presentato formale denuncia raccontando di essere stato rapinato da due individui, uno dei quali era il fermato che, sotto minaccia di un cacciavite e di una penna e dopo averlo ripetutamente percosso, gli asportavano una banconota da 50 euro, provento della vendita di manufatti etnici, provocandogli alcune escoriazioni e vari traumi. Al termine degli accertamenti, il cittadino nigeriano è stato arrestato per rapina a mano armata e lesioni personali in concorso, con altra persona al momento rimasta ignota, e condotto presso la locale Casa Circondariale.  Sono in corso le ricerche per individuare il complice della rapina di ieri sera. I controlli, a seguito di ciò che era avvenuto prima nei pressi del Foro Boario, sono continuati all’interno dei giardini del Parco di Belloluogo. Gli agenti hanno controllato un cittadino del Mali 27enne, sprovvisto di documento di identità e che alla richiesta di esibire i documenti si è rifiutato cercando anche di sottrarsi al controllo attraverso un tentativo di fuga. Gli agenti, vista la reazione dell’uomo, lo hanno immediatamente bloccato. L’uomo è stato così denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di fornire le proprie generalità. Sempre nel parco di Belloluogo è stato controllato un cittadino senegalese 30enne a carico del quale sono risultate due sentenze di condanna per il reato di evasione e  di rapina. A seguito dei controlli lo straniero, irregolare sul territorio ed è stato affidato alla Divisione Immigrazione della Questura per il rimpatrio.   Il personale della Divisione Polizia Amministrativa e Sociale della Questura ha controllato, in Via Dalmazio Birago, un esercizio commerciale risultato in parte non in regola con la documentazione igienico-sanitaria. È al vaglio degli agenti l’applicazione delle relative sanzioni amministrative.  

Fuggono da Brescia, coppia di 17enni rintracciati ad Alliste

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Il ragazzo era fuggito da una comunità di recupero dove era ristretto per maltrattamenti in famiglia: arrestato, è stato accompagnato nel carcere minorile di Bari. Da Brescia nel Salento: ore di ansia per due 17enni, uno fuggito da una comunità di recupero, l'altra allontanatasi dalla famiglia. Sono stati ritrovati entrambi ad Alliste, in casa di G.N.I., 18enne catanese ristretto ai domiciliari. Il 17enne è stato rintracciato ad Alliste dai carabinieri, dopo essersi allontanato da una comunità del bresciano dove stava scontando la pena per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate. I carabinieri hanno arrestato il minorenne, in ottemperanza all'ordinanza di aggravamento della misura cautelare per inosservanza dei provvedimenti dell’autorità, accompagnandolo presso il carcere minorile di Bari. G.N.I. invece, è stato denunciato per violazione degli obblighi imposti.  La ragazza, della quale non si avevano più tracce dal 25 ottobre scorso, è stata affidata ai genitori.   

Derubava i pazienti durante il trasporto in ambulanza: arrestata un'operatrice del 118

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Le indagini sono iniziate lo scorso luglio dopo la denuncia di una donna, derubata durante il trasporto verso l'ospedale. Derubava i suoi pazienti durante il trasporto in ambulanza: è finita in manette una 25enne, operatrice del Pronto Soccorso di Manduria, con l'accusa di furto aggravato continuato. Le indagini sono iniziate lo scorso mese di luglio, a seguito della denuncia di una donna che recatasi in caserma riferiva ai militari di aver subito il furto del denaro contenuto nel proprio marsupio: l'episodio era avvenuto durante il trasporto in ambulanza dopo un sinistro stradale in cui era rimasta ferita. In tale circostanza, è stato accertato, l’operatrice sanitaria presente sul mezzo di soccorso, per poter impossessarsi di quanto contenuto nel marsupio della malcapitata, dopo averle dapprima applicato il collare cervicale inscenava un elettrocardiogramma, poi risultato non essere mai stato effettuato. Le indagini, condotte in maniera serrata e minuziosa, hanno permesso di accertare quattro distinti episodi di furto avvenuti tra i mesi di maggio ed agosto, tutti accomunati dal medesimo modus operandi e riconducibili alla stessa autrice, unico operatore presente ogni volta sull’ambulanza con le vittime soccorse a seguito di infortunio o colte da malore. E’ emerso inoltre che la donna, abusando della qualità di soccorritore del 118 non agiva in maniera estemporanea ma pianificava con cura quando e come entrare in azione. La 25enne tratta in arresto, dopo le formalità di rito, è stata condotta presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari. Sono in corso ulteriori indagini finalizzate ad accertare eventuali altri episodi. 
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