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Scambiano funghi tossici per cardoncelli selvatici, tre persone in ospedale

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Leccesette
Disavventura per un cercatore improvvisato di Salice Salentino che ha ingerito delle "clitocybe bianche" insieme alla madre e al fratello.  Pensava di aver raccolto i cosiddetti “cardoncelli di macchia” (Liophillum decastes) ma in realtà si era portato a casa delle “clitocybe bianche”, una specie che contiene quantità considerevoli di “muscarina”, sostanza che causa delle sgradevoli intossicazioni il cui sintomo principale è rappresentato da una fortissima, diffusa, sudorazione. La disavventura, riferisce il sito Salute Salento, ha interessato un giovane cercatore improvvisato di Salice Salentino e la sua famiglia. Il ragazzo aveva raccolto i funghi in una zona costiera del Nord Salento e li aveva consumati cucinati insieme alla madre e al fratello a pranzo. Dopo poche ore, attorno alle 16,30 – 17 i tre hanno accusato un’improvvisa, violenta sudorazione. E alla velocissima perdita di liquidi è seguito un brusco calo della pressione. Quindi è partita la chiamata al 118 e il trasporto al Fazzi. Difficilmente questo tipo di avvelenamento causa gravi conseguenze; se riconosciuto, viene risolto in tempi brevi con la somministrazione di piccole dosi di atropina. Ed è quello che probabilmente hanno fatto al pronto soccorso del Fazzi, dopo aver contattato il centro anti-veleni a Bari. Tra l’altro è l’unico caso di avvelenamento per il quale è previsto un antitodo come l’atropina. Lo scambio tra le due specie di funghi è stato un errore grossolano: secondo i micologi il cardoncello spontaneo non è neanche un lontano parente della“clitocybe bianca”.  

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