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Post shock su Facebook, Salvemini chiede rimozione del portavoce di Gabellone

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Leccesette
Il giornalista Cosimo Carulli sul suo profilo ha pubblicato e poi cancellato un post di commento alla morte di Valeria Solesin, definendo alcuni connazionali “tumore maligno dell’Italia”. Salvemini chiede la rimozione dall’incarico. Sdegno e polemiche dopo l’orrore di Parigi. Non era bastato il titolo giornalistico di Libero, all’indomani della strage, a creare imbarazzo e indignazione, ma, nei giorni successivi, in rete come nei programmi televisivi si erano succeduti commenti impropri e opinioni spesso sopra le righe e inadatte al momento storico. Lecce non è da meno, visto che in queste ore finisce nell’occhio del ciclone il portavoce del presidente della Provincia di Lecce, il giornalista Cosimo Carulli. Quest’ultimo, infatti, ha commentato con un post molto discusso, la notizia della morte di Valeria Solesin, la giovane vittima italiana della strage del Bataclan, supponendo che “connazionali caproni comunisti” non le avrebbero reso il giusto omaggio perché “non portava la kefiah” e “non agitava bandiere della pace”. Non solo, perché Carulli ha fatto poi riferimento all’attenzione mediatica riservata a Vanessa e Greta (le due cooperanti in Siria, sequestrate qualche mese fa) liquidate con un'allusione sessista, e a Giuliana Sgrena “a cui bastò un rapimento per un seggio in Parlamento”, definendo i destinatari del suo post “tumore maligno dell’Italia”. Il post, cancellato subito dopo il tam tam nato sui social, ha provocato una serie di reazioni e polemiche contrastanti. Il consigliere comunale, Carlo Salvemini, ha deciso di scrivere al presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, chiedendo dalla pagina social di “Lecce Città pubblica” la rimozione dall’incarico che ricopre del giornalista Carulli.   “Stamattina ho letto un post – spiega - che rientra a pieno titolo tra le oscenità cui riconoscere libertà d'espressione - scritto dal suo portavoce/addetto stampa. Nessuna intenzione di mettere in discussione diritti connaturati alle nostre democrazie liberali. Ma non ci sono diritti senza doveri. E la stessa libertà di parola deve conoscere dei limiti. Chi ricopre il ruolo di portavoce/addetto stampa del presidente della provincia ha il dovere della responsabilità. Ha parlato a titolo individuale, certo. Ma il fatto di assolvere ad un incarico fiduciario presso un ente pubblico retribuito con risorse pubbliche obbliga ad avere comportamenti rispettosi e coerenti al ruolo”. “Il dottor Carulli – spiega Salvemini - può continuare a pensare che esistano connazionali che rappresentano ‘il tumore maligno dell'Italia’ che sono ‘puzzolenti e stragisti, brigatisti e violenti’. E a scriverlo. Ignorando l'appello dei genitori di Valeria Solesin: ‘Chi vuole seminare odio non pensi di farlo nel nome di mia figlia’. Ma senza avere alcun ruolo presso la Provincia di Lecce”. Già in passato altri personaggi della politica leccese erano incappati in “scivoloni” che avevano diviso l’opinione pubblica: il più noto è il caso dell’ex assessore Ripa, che dopo una battuta omofoba contro il governatore Vendola, fu costretto alle dimissioni. Nel recente passato, il presidente del movimento Regione Salento, Paolo Pagliaro, aveva definito le due cooperanti in Siria, Vanessa Marullo e Greta Ramelli, “due rincoglionite”. 

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