
Il Comune di Gallipoli non dovrà versare oltre 3 milioni di euro alla ditta umbra Gesenu. A vincere la causa, lo studio Quinto. Respinta la richiesta di risarcimento di una società perugina attiva nel settore dei rifiuti nei confronti del Comune di Gallipoli. È salvo il bilancio della perla dello Ionio, messo in pericolo da un contenzioso con una ditta umbra, che aveva chiesto un risarcimento milionario al Comune per aver risolto anticipatamente nel 2001 il contratto di affidamento del servizio di igiene urbana. La Corte d’Appello di Perugia, con sentenza pubblicata nei giorni scorsi, ha respinto la richiesta della società di ottenere un risarcimento di 3 milioni e mezzo, accogliendo le argomentazioni dell’Ente, difeso in giudizio dagli avvocati Pietro Quinto e Luigi Quinto. La vicenda risale al 1997, anno in cui il Comune di Gallipoli scelse la strada della trattativa privata per affidare il servizio di raccolta rifiuti nell’ambito di un gruppo ristretto di imprese. La trattativa privata si concluse con l’affidamento alla società perugina Gesenu, affidamento che fu messo in discussione davanti al giudice amministrativo da altra ditta che non era stata invitata alla gara e che rivendicava il diritto a concorrere. All’esito del contenzioso amministrativo, che aveva sancito l’obbligo di indire una gara pubblica, il Comune di Gallipoli decise di revocare il contratto stipulato con la società vincitrice della trattativa privata al fine di riorganizzare il servizio e renderlo più funzionale all’esigenza della collettività. Decisione che provocò la reazione della società umbra, che lamentava di non aver potuto ammortizzare nel tempo gli investimenti effettuati per garantire il servizio nella città ionica dal 1999 al 2001. Dinanzi alla Corte d’Appello di Perugia gli avvocati Quinto hanno eccepito l’infondatezza e l’inammissibilità della pretesa risarcitoria, dimostrando come la società non solo non sia stata danneggiata dalla decisione del Comune di revocare la gara, ma, anzi, sia stata beneficiata dal precedente comportamento assunto dall’amministrazione di affidare comunque a trattativa privata il servizio di raccolta. Le tesi dei legali del Comune sono state accolte dalla Corte d’Appello che ha anche condannato la società Gesenu al rimborso delle spese legali in favore dell’ente.