Nella notte sono stati arrestati due cittadini nigeriani, accusati di aver aggredito e rapinato un giovane marocchino, mentre stava rientrando in casa, su via Don Bosco. Hanno avvicinato un cittadino marocchino per rubargli il telefono cellulare e sottrargli 50 euro: minacce, calci e pugni finalizzati a mettere a segno l’esiguo colpo. Sono finiti in manette due cittadini nigeriani, accusati di rapina e ritenuti responsabili di aver aggredito e malmenato un giovane di nazionalità marocchina. Quest’ultimo stava attraversando via Don Bosco, per rientrare a casa, quando poco prima della mezzanotte, gli si è fatto incontro un giovane di nazionalità nigeriana, che lo ha afferrato per il giubbotto, intimandogli di seguirlo. Qualche istante dopo, da due auto in sosta, è spuntata una seconda persona che ha sferrato un calcio al ragazzo facendolo cadere per terra. A quel punto entrambi lo hanno aggredito con calci e pugni e poi derubato del cellulare e del portafogli contenente una banconota da 50,00 euro. I due sono poi scappati e la vittima, una volta ripresasi, ha cercato una cabina telefonica per chiedere aiuto. sul posto, sono intervenute due pattuglie della squadra Volanti, che hanno ascoltato la vittima e raccolto le informazioni utili per avviare le ricerche. Grazie ad alcuni particolari, definiti nella descrizione degli aggressori, tra cui le treccine e un vistoso orecchino, gli agenti, poco dopo e vicino al luogo in cui si è consumata la rapina, hanno individuato e identificato uno dei due rapinatori. Ulteriori accertamenti hanno poi consentito di risalire alla persona che poco prima era in sua compagnia e al luogo in cui era possibile trovarla. Giunti presso l’indirizzo indicato, gli agenti hanno trovato l’altro rapinatore in possesso del telefonino e della banconota di 50 euro, riconosciuta perché piegata in modo particolare, proprio come riferito precedentemente dalla vittima. I due, A. T., del’93 e D. K., del’85, con regolare permesso di soggiorno, sono stati arrestati e su disposizione del pm, Paola Guglielmi, trasferiti nel carcere di Borgo San Nicola.