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Xylella, legge contro la speculazione sui terreni: 7 anni di moratoria

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Leccesette
Approvata dal Consiglio Regionale, la proposta di legge avanzata da Sergio Blasi. Sette anni di moratoria per chi ha i terreni infestati dalla Xylella. Lo prevede la legge anti-speculazione approvata dal Consiglio Regionale su proposta del consigliere Sergio Blasi. Per i successivi 7 anni alle misure di espianto, abbattimento o spostamento di ulivi che dovessero rendersi necessari per contrastare la ulteriore diffusione del batterio, sarà vietato cambiare la tipizzazione urbanistica dei suoli, né potranno essere rilasciati permessi di costruzione non compatibili con la precedente destinazione agricola. “Come ogni legge che punta ad affermare il valore della tutela ambientale e del paesaggio pugliese -dichiara Blasi-, anche questa ha trovato sulla sua strada molti oppositori – ancora oggi in Consiglio regionale - e ha dovuto patire un percorso tortuoso. Ma possiamo finalmente esprimere soddisfazione e orgoglio. Perché questo intervento ce lo avevano chiesto con delibere apposite i Comuni del nord Salento a cui, come Consiglio regionale, siamo riusciti a dare una risposta. E perché, di fatto, abbiamo gettato il cuore oltre l’ostacolo della grave emergenza che rappresenta la diffusione del Co.di.ro. in Puglia, stabilendo che laddove oggi c’è un uliveto anche domani dovrà esserci un uliveto. Laddove oggi c’è agricoltura e cura del paesaggio agrario, domani non vedremo cemento”. Critico invece il Presidente del Gruppo consiliare Forza Italia, Andrea Caroppo: “Quello varato oggi dalla sinistra in Consiglio Regionale è un provvedimento liberticida, anzi propriamente e tecnicamente comunista. “Da 883 giorni, cioè da quando è nota l’epidemia di Xylella, la sinistra favorisce la diffusione del contagio che minaccia l’intera agricoltura mediterranea. Oggi ha stabilito pure che le vittime della sua colpevole inerzia, ovvero i pugliesi che dovessero subire l’infezione e l’eradicazione dei propri arbusti, non potranno ottenere per anni né permessi a costruire né soprattutto alcuna modifica della destinazione d’uso dei loro terreni. È una compressione senza precedenti della proprietà privata e della libertà di iniziativa economica dei pugliesi, libertà peraltro garantite da una Costituzione che evidentemente per la sinistra continua a valere a giorni alterni”.

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