
Il piano è stato lanciato dal Comune di Lecce nel maggio scorso. Lecce Città Pubblica: "In gioco trasformazioni urbanistiche e bilanci futuri". L' “operazione Invimit” da 60 milioni di euro avviata dal Comune di Lecce necessita di una discussione approfondita. Il gruppo Lecce Città Pubblica pone i riflettori su un'operazione finanziaria molto complessa lanciata dalla giunta Perrone lo scorso 20 maggio che- andrà in porto - impegnerà i bilanci delle amministrazioni future e avrà un impatto notevole sul tessuto urbano cittadino. “E’ in fase avanzata, ormai, la costituzione di un fondo immobiliare chiuso, strumento finanziario finalizzato alla cosiddetta gestione attiva di parte del patrimonio pubblico. nei mesi passati con successive delibere la giunta ha dapprima dato incarico alla società fondazione patrimonio comune dell’Anci di procedere alla redazione di un memorandum di analisi preliminare degli immobili comunali da destinare alla valorizzazione; che poi ha successivamente approvato – spiega il consigliere Carlo Salvemini - l’obiettivo dichiarato è quello di valorizzare con destinazioni private (residenziale, turistico, ricettivo, commerciale, direzionale) 19 immobili di proprietà comunale la cui gestione e dismissione contribuirà e remunerare le risorse necessarie alla realizzazione ex novo di tre nuovi interventi: la nuova sede degli uffici comunali per circa 13.000 metri quadri in via della Cavalleria; la nuova sede del Centro per istruzione degli adulti in via Chieti; un nuovo mercato di circa 3.000 metri quadri in via 4 novembre. Le plusvalenze necessarie a garantire la finanziabilità di questi interventi verrebbe garantita, come detto, dalle plusvalenze rivenienti da: lo sviluppo di 7 aree già ora edificabili; il recupero e la trasformazione di 12 fabbricati oggi sottoutilizzati o dismessi. Come si comprende siamo in presenza di un’operazione molto complessa, ambiziosa, impegnativa che – se approvata dal consiglio comunale – avrebbe impatti urbanistici rilevanti ed impegnerebbe i bilanci futuri delle prossime amministrazioni- si legge ancora nella nota - basti pensare alla realizzazione di attività ricettive e residenziali presso l’ex istituto Margherita, alla trasformazione commerciale degli ex fabbricati dell’anagrafe in Via Palmieri, alla destinazione direzionale dell’attuale sede dell’urbanistica in viale Marche”. Da qui la richiesta di discutere più attentamente i dettagli dell'operazione: “abbiamo chiesto che l’intero dossier venga portata in commissione bilancio dove si comincerà a parlarne la prossima settimana. Non mancano i quesiti da porre all’assessore Monosi: Come mai l’intera operazione è stata finora gestita dal settore patrimonio senza nessun affiancamento del dirigente del settore bilancio (pur trattandosi di operazione finanziaria complessa)? Come mai non si precisano gli eventuali impegni finanziari richiesti al comune pur trattandosi di una proposta che – come precisato nel documento approvato dalla giunta – può essere paragonato ad un “sistema matematico complesso” nel quale la scarto tra obiettivi e risultati determina scenari anche negativi? Come mai si considerano acquisite e non contestabili le previsioni di sostenibilità assunta come decisive per il successo dell’operazione: mercato immobiliare non depresso – oggettiva valutazione dei rischi e dei rendimenti – sistemi di incentivi e disincentivi in grado di tutelare sia gli interessi del privato che quelli pubblici. Le esperienze recenti consumatesi a Palazzo Carafa in termini di finanza innovativa - emissione dei BOC, leasing immobiliare di via Brenta - impongono cautele e prudenze per evitare il ripetersi di errori clamorosi che tanti danni hanno procurato al bilancio comunale – concludono da Lecce Città Pubblica - così come le recenti operazioni di alienazione del patrimonio pubblico”.