
La denuncia della Uil che punta il dito contro le conseguenza di una circolare Inps che penalizza i lavoratori part-time. Cattive notizie per colf, baby sitter e badanti: per effetto di una circolare dell'Inps collegata al Jobs Act emanata alla fine di luglio, un terzo dei collaboratori domestici rischia di rimanere senza alcun sussidio in caso di disoccupazione. “Si tratta di 300 mila lavoratori e lavoratrici domestiche (su 898mila totali) che lavorano meno di 24 ore settimanali, per i quali non vi sarà, in caso di perdita di lavoro, il “paracadute sociale” rappresentato dalla NASPI a differenza di quanto avveniva in passato con l’ASPI “ spiega la Uil - l’ulteriore requisito per aver diritto alla NASPI (30 giornate lavorate nell’ultimo anno), viene interpretato, per gli addetti del lavoro domestico, con una attività lavorativa di 5 settimane di almeno 24 ore lavorative. Ergo se lavori 24 ore o di più hai diritto alla NASPI, altrimenti con una attività fino a 23 ore a prescindere dall’anzianità contributiva non hai diritto alla NASPI. Paradossalmente se una lavoratrice o lavoratore domestico ha lavorato sempre a 20 ore settimanali e perde il posto di lavoro non ha diritto a nulla”. “Anche nel nostro Salento – osserva il segretario generale della Uil di Lecce Salvatore Giannetto - sono migliaia le badanti, baby sitter e collaboratrici domestiche che ora rischiano di rimanere all’asciutto. Un errore o una inutile cattiveria? È la domanda – osserva - che ci facciamo di fronte a questa penalizzante interpretazione che fa l’INPS (immaginiamo con l’ok del Governo) sul diritto, o meno, per circa 300mila lavoratrici (e lavoratori) impegnate nel secondo pilastro del Welfare Italiano: le collaboratrici familiari e le badanti. Perché negare a chi lavora a part time (come altri 3,2 milioni colleghi di altri settori) una prestazione cosi vitale come l’indennità di disoccupazione? Come si può contraddire le affermazioni del Governo che hanno sempre enfatizzato l’allargamento a tutti i lavoratori degli ammortizzatori? Speriamo in un ravvedimento urgente”.