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Il comandante della Polizia Locale sottolinea la gravità di alcuni commenti dal contenuto volgare e diffamatorio apparsi sul web. Critiche costruttive sì, insulti no. Il Comandante della Polizia Locale di Lecce Donato Zacheo annuncia la linea dura con quanti utilizzano i social network per attaccare i vigili urbani con espressioni volgari e diffamatorie e che “provvederà a tutelarne l’immagine e la reputazione nelle sedi competenti”. Purtroppo negli ultimi mesi, nel dipanarsi del dibattito pubblico conseguente a fatti di cronaca locale che implicano problemi di sicurezza urbana e degrado cittadino, che, sempre più spesso, si articola sui siti di testate on-line o sui profili facebook di privati cittadini e amministratori pubblici, la Polizia Locale di Lecce risulta essere bersaglio di commenti offensivi e diffamatori- scrive Zacheo - in taluni interventi, dietro le parole degli scomposti commentatori, si percepisce facilmente l’animo rancoroso e lo sfogo di chi è stato destinatario di una sanzione amministrativa e cerca una effimera ed incivile rivalsa buttando discredito su chi ha fatto il proprio dovere facendo correttamente rispettare una norma. In altri casi tra le righe si legge il disprezzo frutto di una oramai annosa e nefasta campagna mediatica denigratoria che ha colpito indiscriminatamente tutti gli operatori di polizia locale. Talvolta, invece, trapela la errata seppur legittima convinzione che alla Polizia Locale spetti un ruolo continuativo di gestione dell'ordine pubblico e della prevenzione generale della microcriminalità che va ben oltre le sue proprie funzioni di vigilanza e travalica lo status giuridico attualmente riconosciuto agli stessi operatori”. “E’ bene chiarire che da anni oramai gli operatori di polizia locale vivono la dicotomia di essere contrattualmente degli impiegati comunali, ma funzionalmente dei poliziotti – continua il comandante - uomini e donne chiamati ad assolvere a compiti soprattutto di altri organi di polizia, senza avere le corrispondenti tutele a livello normativo e contrattuale. Il legislatore, infatti, nonostante le richieste a gran voce da parte della categoria, non riesce a dare corpo ad una riforma normativa che finalmente, recepisca il nuovo del ruolo della polizia locale che il contesto sociale delle nostre città esige in prima linea sul fronte della sicurezza urbana”. “Pur rimanendo sempre disponibile al confronto costruttivo con i cittadini” il comandante Zacheo fa sapere che “non tollererà oltre che vengano rivolti insulti conditi da espressioni volgari e diffamatorie nei confronti del proprio personale e a tal proposito ricorda che, per giurisprudenza consolidata, ultima la sentenza della Corte di Cassazione n. 24431/2015, postare commenti offensivi sui social network, proprio a causa della loro capacità di diffusione capillare e potenzialmente illimitata, configura l’ipotesi di reato di cui al terzo comma dell'art. 595 c.p.p. quale fattispecie del delitto di diffamazione aggravata a mezzo stampa”.
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Il comandante della Polizia Locale sottolinea la gravità di alcuni commenti dal contenuto volgare e diffamatorio apparsi sul web. Critiche costruttive sì, insulti no. Il Comandante della Polizia Locale di Lecce Donato Zacheo annuncia la linea dura con quanti utilizzano i social network per attaccare i vigili urbani con espressioni volgari e diffamatorie e che “provvederà a tutelarne l’immagine e la reputazione nelle sedi competenti”. Purtroppo negli ultimi mesi, nel dipanarsi del dibattito pubblico conseguente a fatti di cronaca locale che implicano problemi di sicurezza urbana e degrado cittadino, che, sempre più spesso, si articola sui siti di testate on-line o sui profili facebook di privati cittadini e amministratori pubblici, la Polizia Locale di Lecce risulta essere bersaglio di commenti offensivi e diffamatori- scrive Zacheo - in taluni interventi, dietro le parole degli scomposti commentatori, si percepisce facilmente l’animo rancoroso e lo sfogo di chi è stato destinatario di una sanzione amministrativa e cerca una effimera ed incivile rivalsa buttando discredito su chi ha fatto il proprio dovere facendo correttamente rispettare una norma. In altri casi tra le righe si legge il disprezzo frutto di una oramai annosa e nefasta campagna mediatica denigratoria che ha colpito indiscriminatamente tutti gli operatori di polizia locale. Talvolta, invece, trapela la errata seppur legittima convinzione che alla Polizia Locale spetti un ruolo continuativo di gestione dell'ordine pubblico e della prevenzione generale della microcriminalità che va ben oltre le sue proprie funzioni di vigilanza e travalica lo status giuridico attualmente riconosciuto agli stessi operatori”. “E’ bene chiarire che da anni oramai gli operatori di polizia locale vivono la dicotomia di essere contrattualmente degli impiegati comunali, ma funzionalmente dei poliziotti – continua il comandante - uomini e donne chiamati ad assolvere a compiti soprattutto di altri organi di polizia, senza avere le corrispondenti tutele a livello normativo e contrattuale. Il legislatore, infatti, nonostante le richieste a gran voce da parte della categoria, non riesce a dare corpo ad una riforma normativa che finalmente, recepisca il nuovo del ruolo della polizia locale che il contesto sociale delle nostre città esige in prima linea sul fronte della sicurezza urbana”. “Pur rimanendo sempre disponibile al confronto costruttivo con i cittadini” il comandante Zacheo fa sapere che “non tollererà oltre che vengano rivolti insulti conditi da espressioni volgari e diffamatorie nei confronti del proprio personale e a tal proposito ricorda che, per giurisprudenza consolidata, ultima la sentenza della Corte di Cassazione n. 24431/2015, postare commenti offensivi sui social network, proprio a causa della loro capacità di diffusione capillare e potenzialmente illimitata, configura l’ipotesi di reato di cui al terzo comma dell'art. 595 c.p.p. quale fattispecie del delitto di diffamazione aggravata a mezzo stampa”.