
La 57enne soffre di MCS, malattia invalidante non riconosciuta dal servizio sanitario regionale ed è costretta a vivere con 280 euro mensili di pensione. “Lo Stato non c’è, il Comune non c’è, nessuno muove un dito”. È amareggiata, Giusi Marazia, dopo anni di battaglie, proteste clamorose davanti al Tribunale per reclamare il diritto ad avere una vita migliore. Affetta di MCS – Sensibilità Chimica Multipla – una patologia rara scatenata dall’esposizione agli agenti chimici e non riconosciuta dal sistema sanitario pugliese, ha diritto ad una pensione di 280 euro, senza alcun riconoscimento da parte dello Stato. “L’ultima decisione del Ministro Lorenzin, non lascia spazio a illusioni. I malati di Mcs non sono riconosciuti, almeno non in Italia. In Europa è ovviamente diverso. Eppure ho un’invalidità del 100%, certificata, derivante proprio dalla sensibilità a quasi tutte le sostanze più comuni”. Le istituzioni sembrano tiepide di fronte alla vicenda di una donna separata, con tre figli cresciuti tra mille difficoltà e che si è iscritta all’Università per potersi sfamare: “La borsa di studio che ho ricevuto, è stata l’unica fonte di sostentamento in questi mesi, soldi usati per riempire la dispensa, non certamente per lo studio”. Il Natale appena passato non è stato dei migliori: “Ho cercato di vendere dei libri in un gazebo all’aperto, ma alla fine dei conti, ci ho rimesso. A partire dall’occupazione di suolo pubblico, per finire all’affitto della struttura, è stata una scelta negativa. Senza contare l’esposizione agli agenti chimici e atmosferici”. La signora Marazia chiede un lavoro dignitoso, un aiuto per andare avanti: “Solo il vicesindaco Carmen Tessitore si è interessata al mio caso, rivolgendosi al Prefetto, ma le difficoltà sono tante. Anche la Caritas che doveva elargirmi un contributo per l’affitto, arrivata al terzo mese, ha detto di non poter fare nulla”. A sostenerla, solo la disperazione, che potrebbe portarla a mettere in strada proteste clamorose. Un modo per scuotere le istituzioni, intervenute solo dopo la denuncia sulle emittenti nazionali: “Davanti alla tv tante promesse, poi più nulla. Tutti spariti, senza un briciolo di dignità”.