
Il capitano salentino, ammalato dopo le missioni in Kossovo, si trasferisce dal brindisino al leccese e la Asl gli sospende la somministrazione di farmaci antidolore alla marijuana. La Asl di Brindisi assicura: "Risolveremo" Brindisi o Lecce, Cellino San Marco o Guagnano, i farmaci contro il dolore prescritti al militare ammalatosi in Kosovo, il capitano dell'Esercito Carlo Calcagni, devono arrivare a destinazione. Sono concordi Angelo Greco, direttore sanitario dell'Asl di Brindisi, e Michele Morgillo, direttore del distretto sanitario di Mesagne, nell'analizzare la situazione venutasi a creare da un po' di tempo a questa parte, da quando il capitano Calcagni si è trasferito da Cellino San Marco, sua città d'origine, a Guagnano. Calcagni ha diritto a ricevere dei farmaci a base di marijuana che fanno parte della terapia del dolore dopo che gli è stata diagnosticata una rara malattia dovuta al contatto coi proiettili all'uranio impoverito usati negli anni '90 nel conflitto che ha dilaniato il Kosovo. Fino a che il capitano abitava a Cellino, non ci sono stati problemi: con la prescrizione medica, il militare poteva recarsi alla farmacia dell'ospedale Antonio Perrino di Brindisi e ricevere i farmaci in questione. Da quando si è trasferito a Guagnano, in provincia di Lecce, la burocrazia gli ha messo i bastoni fra le ruote: essendo nel territorio di pertinenza dell'Asl di Lecce, le nuove prescrizioni non gli consentono di poter avere le medicine dalla farmacia del Perrino. "Il problema esiste" ammette Greco "ma non è assolutamente insormontabile. Il fatto di vivere in provincia di Lecce ma avere ancora la residenza a Cellino comporta delle complicazioni poiché il sistema di approvvigionamento di questi farmaci particolari è legato anche a questi fattori. La questione, comunque, non dovrebbe essere di difficile soluzione: basta rivolgersi al direttore del distretto sanitario di competenza e presentare il problema". A questo punto entra in gioco Morgillo, direttore del distretto mesagnese che comprende il territorio di Cellino. Anche Morgillo, come Greco, riconosce l'inghippo burocratico ma non si mostra preoccupato per la sua soluzione. "Il capitano Calcagni può prendere un appuntamento e venire a Mesagne con tutta la documentazione: in breve, sicuramente, riusciremo a sbloccare la faccenda e a ripristinare correttamente la sua terapia".