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Ex Convento Domenicani e scuola d’infanzia, dissequestrati i due cantieri

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Leccesette
Questa la decisione del Tribunale penale del Riesame di Lecce, su ricorso proposto dal Comune di Parabita: viene così annullato il sequestro probatorio emesso dal pm lo scorso 10 settembre. Il Tribunale penale del Riesame di Lecce, sul ricorso proposto dal Comune di Parabita, difeso dall’avvocato Pietro Quinto, ha annullato il provvedimento di sequestro probatorio dei due cantieri dell’ex Convento dei Domenicani e della Scuola di infanzia “Pisanello”, emesso dal pm lo scorso 10 settembre, ordinando la loro restituzione all’ente. Il Tribunale ha accolto, in particolare, le censure che riguardano la carenza di motivazione del provvedimento di sequestro probatorio, adottato dal pm col fine di svolgere ulteriori indagini sulle procedure di affidamento dell’appalto, in relazione alla ipotesi di reato di abuso d’ufficio a carico di ignoti riguardo alla nomina di un direttore dei lavori non conforme alla normativa sulla ristrutturazione sui beni di interesse storico artistico. In proposito, il difensore del Comune ha rilevato che la tipicità del procedimento amministrativo e la questione interpretativa sulla necessità di una specifica qualifica (ingegnere o architetto) del direttore dei lavori erano acquisiti nei documenti e risolvibili in termini di diritto. Di particolare importanza, secondo il legale, gli esiti dei giudizi amministrativi che, con riferimento al procedimento d’appalto della progettazione esecutiva e della Direzione dei lavori, avevano respinto i ricorsi dell’architetto Cataldo (partecipante alla gara) avverso l’aggiudicazione in favore della Ditta D’Apollonia. La questione dibattuta in sede amministrativa, ma ripresa in sede penale su denunzia dello stesso architetto, riguardava l’interpretazione applicativa dell’articolo 52 del R.D. del 1925, che riserva agli architetti gli interventi di restauro degli immobili di rilevanza culturale, ma per la parte tecnica prevede anche la competenza degli ingegneri. Su sollecitazione della Soprintendenza, la Procura aveva disposto il sequestro dei cantieri per una ipotesi di abuso d’ufficio a carico di ignoti. Il Comunei di Parabita ha sostenuto che i lavori di efficientamento energetico dei due edifici, per la loro intrinseca natura tecnica, potevano essere diretti da un ingegnere e non necessariamente da un architetto, come statuito dal Giudice amministrativo, in contraddittorio, peraltro, con i rispettivi ordini professionali. La ripresa dei lavori eviterà l’irreparabilità del danno evidenziata dal sindaco del Comune di Parabita Alfredo Cacciapaglia per la perdita dei finanziamenti. D’altro canto lo stesso funzionario della Soprintendenza, nelle dichiarazioni rese al pm, aveva affermato che il soprintendente, di fronte ai diversi orientamenti interpretativi della giurisprudenza sulla portata dell’articolo 52 del R.D. 2537 del 1925 e alla formulazione poco chiara della norma, aveva ritenuto di non sospendere i lavori del cantiere «per non cagionare un eventuale danno erariale all’ufficio».

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