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Bari, iracheno arrestato per terrorismo. Rete di contatti anche nel Salento

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Gli agenti della Digos di Bari hanno arrestato Majid Muhamad, iracheno di 45 anni, accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina nell'ambito di una indagine sul terrorismo di matrice islamica. Per lo stesso motivo aveva già scontato in Italia una pena di 10 anni. Ma era tornato in libertà vincendo un ricorso.  Stando alle indagini coordinate dal pm barese Roberto Rossi, Muhamad avrebbe organizzato e agevolato l'ingresso illegale in Italia di persone collegate alla pericolosa cellula terroristica Ansar Al Islam. In particolare nel periodo tra marzo e settembre di quest'anno, sarebbe riuscito a fornire documenti falsi e alloggio a 11 cittadini pakistani, egiziani, iraniani, marocchini e turchi, facendoli sostare per pochi giorni in un affittacamere di Bari per poi farli ripartire verso altre destinazioni. La Procura di Bari, attraverso intercettazioni telefoniche, ha accertato che Majid Muhamad avrebbe contatti diretti con la cellula terroristica Ansar Al Islam. Nel luglio scorso, Muhamad Majid, avrebbe telefonato un 24 afgano a Carovigno, per trovare lavoro ad alcune donne georgiane che ha conosciuto a Bari, in Italia senza un regolare permesso di soggiorno. Non solo: l’arrestato aveva avuto contatti con un connazionale di 24 anni, A. A. nato a Kirkuk, di etnia curda e residente a Lecce per tre mesi, prima di trasferirsi, ad inizio 2014, in Norvegia per qualche tempo. Nel 2015, A. A. ricompare a Bari, e Majid gli cerca una sistemazione. L’uomo in seguito ha fatto perdere le tracce.  Majid aveva già scontato in Italia una pena per terrorismo internazionale. Stando alle indagini della Procura di Milano, apparteneva ad una cellula italiana fondata nel 2001, segnalata tra i gruppi terroristici internazionali. Muhamad era il "raccordo tra i capi dell'organizzazione transnazionale e l'attività dei membri della cellula italiana, con particolare riferimento all'approvvigionamento di documenti falsi" e all'accoglienza "in alcuni campi di addestramento dislocati nel Kurdistan e nella Siria, volontari per la jihad reclutati in Europa". La cellula avrebbe fatto arrivare, in quegli anni, centinaia di combattenti, cinque dei quali sono morti in attentati kamikaze contro gli americani.   

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