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Truffa all'UE per 3,6 milioni di euro, sequestro alla Sparkle di Casarano, 4 denunce

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Leccesette
Le indagini delle Fiamme Gialle e della Procura hanno messo in luce un raggiro per ottenere un finanziamenti. Una truffa all’Unione Europea da 3,6 milioni di euro è stata scoperta dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Lecce e ha portato alla denuncia di quattro persone. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Lecce nella persona del Pubblico Ministero Massimiliano Carducci, ha determinato anche il sequestro preventivo di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie della società Sparkle con sede a Casarano, produttrice di medicinali e preparati farmaceutici. Le persone denunciate sono soci e manager della società e un dirigente comunale che risponderanno del reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso ideologico e abuso d’ufficio. Le verifiche, avviate su delega della Procura Regionale delle Corte di Conti di Bari, hanno riguardato i finanziamenti concessi nell’ambito del Progetto Integrato Territoriale denominato “PIT 9” in favore di Sparkle, una società con sede nelle Marche e stabilimenti nella provincia di Lecce, per la produzione di fluorodeossiglucosio, un  medicinale pronto all’uso, e destinato ad essere utilizzato come liquido di contrasto per gli esami radiologici (PET) di sospette malattie tumorali. Secondo le indagini delle Fiamme Gialle i responsabili della società e la dipendente comunale hanno messo in piedi, fino al 2011, una serie di irregolarità nella richiesta e gestione dei fondi complessivamente erogati per la realizzazione dello stabilimento che risultava, peraltro,  privo delle autorizzazioni del Ministero dello Sviluppo Economico per la realizzazione del Centro di Produzione di radio farmaci e dei pareri dell’ASL e del locale Comando dei Vigili del Fuoco, per il rilascio del permesso di costruire da parte del Comune di Casarano. Inoltre, dovendo procedere all’aumento del capitale sociale come richiesto dal bando quale forma di cofinanziamento, il management della società ha versato le quote richieste,pari a 3,3 milioni di euro e, successivamente, si è riappropriato delle somme utilizzandole per l’adempimento di obbligazioni (versamento di una caparra confirmatoria) assunte con la stipula di un fittizio contratto di appalto avente ad oggetto la realizzazione dello stabilimento, sottoscritto con due imprese detentrici di partecipazioni nella stessa azienda. Alla luce dei fatti riscontrati, i finanzieri, hanno applicato le norme sulla responsabilità delle società che si avvantaggiano dei reati commessi da amministratori e dirigenti apicali per cui hanno proposto all’autorità giudiziaria il sequestro di danaro, beni o utilità di valore equivalente alle somme frodate.   Infatti, dalle indagini svolte sono emerse a carico della società evidenti responsabilità amministrative derivanti dalla mancata adozione ed attuazione di modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire il reato commesso da parte dell’organo dirigente nonché per l’inosservanza dei propri doveri di direzione e vigilanza e traendo da tale condotta delittuosa un illecito profitto. Sulla scorta delle risultanze investigative acquisite, il Giudice per le Indagini Preliminari, ravvisando la sussistenza di gravi indizi, ha emesso il decreto di sequestro preventivo per equivalente, eseguito oggi dalle Fiamme Gialle di Lecce sul patrimonio dell’azienda di Casarano a garanzia del recupero dei contributi indebitamente percepiti.

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