
Servizio della trasmissione “Le iene” nei luoghi delle eradicazioni del Salento. Nadia Toffa dal ministro dell’agricoltura: portate in Europa i risultati della cura xylella. “Le Iene” tornano nel Salento. La giornalista Nadia Toffa è andata sui luoghi delle radicazioni, in provincia di Brindisi, per raccontare la disperazione dei contadini. Lì dove prima imperavano rigogliosi i monumenti secolari del Salento, gli ulivi, adesso regna uno scenario desolante. Migliaia di ulivi abbattuti tra la rabbia impotente di chi, da generazioni, li cura e li ama. Ma al centro della puntata della trasmissione di Mediaset non c’è solo il racconto di una strage annunciata e imposta dall’alto, ma invece la cecità di una Unione Europea che impone le eradicazioni come unica soluzione al disastro Xylella, ignorando al tempo i risultati della sperimentazione della dottoressa Antonia Carlucci, dell’Università di Foggia. La sua task force ha difatti messo a punto e verificato l’efficacia di una cura che è stata in grado di far guarire decine e decine di ulivi dati per spacciati. I risultati, documentati, sono così stati portati dalla stessa Nadia Toffa al ministro dell’agricoltura, Maurizio Martina, che si è detto disponibile ad illustrarli in sede europea. Adesso non resta che aspettare, sperando che si riesca a risparmiare la vita alle altre migliaia di ulivi destinati ad essere eradicati. La zona rossa, ovvero quella sede dell’infezione, riguarda tutto il Salento. La prospettiva è difatti catastrofica, anche perché, come spiega in lacrime davanti alle telecamere de “Le iene” un contadino, basta un solo ramo secco per condannare a morte decine di alberi. Senza nemmeno la possibilità per i proprietari di verificare se si tratti o meno di xylella, visto che la legge impone che solo il Cnr di Bari possa certificare l’infezione. Una tragedia per un intero territorio riassunta dalle parole di un agricoltore, 78 anni dedicati alla terra e agli ulivi: “Quando verranno a tagliare i miei alberi, spero solo che il Signore mi chiuda gli occhi per sempre”. Qui il video integrale