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Basket Monteroni, lettera aperta dell'ex coach Lezzi: "Non mi si può chiedere di non dire quello che penso"

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Antonio Lezzi, ex coach del basket Monteroni, rompe il silenzio sul suo allontanamento dalla squadra: su Facebook attestati di solidarietà e rispetto. Una lettera aperta scritta in punta di penna. Dove la rabbia non trova spazio, nonostante le premesse per provocare un incendio ci fossero tutte. Antonio Lezzi, ex coach della Md Monteroni, a due settimane dal suo allontanamento, affida a Facebook le sue considerazioni. Dopo l’inaspettata notizia aveva rilasciato solo un brevissimo commento, senza però buttare benzina sul fuoco. Ieri invece, in un lungo post, tutto il suo scoramento per una scelta societaria poco chiara e dalle modalità certo inconsuete. Contrariamente a chi si aspettava toni accesi il coach, dando lezioni di stile, ha invece puntato i riflettori sulle sue modalità di relazione, causa proprio  - almeno formalmente – del suo allontanamento.  Una lettera amara ma lucida e pacata, che pone l’accento non solo sul caso specifico, ma su un mondo, quello sportivo, specchio di una società in crisi di valori. “Credo che sia arrivato il momento di dire qualcosa. Ne ho bisogno da molto tempo, ma ho aspettato il giusto” scrive Lezzi. “Lo faccio in un momento in cui non nuoccio a nessuno. Lo pubblico in un momento in cui alcune persone, che potrebbero essere sensibili, sono in campo. Uso questa forma di ulteriore sensibilità e rispetto”.   “(…) il sentimento che ho provato sin dall’inizio, e anche ora provo, non è certo la rabbia, ma lo scoramento, la tristezza, il dispiacere. Cosa comune a tutti quando si subisce una perdita, improvvisa. Quando si perde qualcosa che si ama, o per la quale si è lottato molto, investito le proprie energie, rinunciando magari ad altro, cose anche importanti. Certamente sono una persona complessa e difficile, so di esserlo. Abituata a prendere decisioni, anche dure, ma ritengo sempre nel rispetto della dignità altrui. Guardando in faccia e negli occhi, anche pieni di lacrime, gli altri. Sono uno che vuole sempre arrivare fino in fondo, fino alle estreme conseguenze, se necessario, pur di tenere fede agli impegni. Questo comporta dei rischi, ne sono consapevole. Tuttavia penso che sia l’unica maniera per lottare in un mondo carico di brutte tendenze sociali. Specialmente quando si ha che fare con i giovani ai quali vanno dichiarate con estrema chiarezza limiti e virtù. Un lavoro duro emotivamente quello dell’allenatore/formatore/educatore. Chi lo fa con pieno investimento lo sa bene. Parlo di una persona che dice sempre quello che pensa, con onestà. A volte sussurrando, a volte con una mazza da baseball in mano (in senso figurato, ovviamente)”. “Così credo di essermi sempre comportato” continua ancora. “A questo modello mi sono sempre ispirato, credo. Anche a Monteroni ho fatto questo. A più riprese. Purtroppo non è servito a molto, specialmente dopo l’ultimo periodo di un anno e mezzo. Prima ancora la promozione. Prima ancora, l’arrivo in corsa in una realtà più o meno in difficoltà. Prima, prima e prima ancora con vari tentativi di investire su giovani, giovani e giovani”. Usando poi una metafora, aggiunge amaramente: “Oggi ho quello stupore che potrebbe avere quella persona che ha ricevuto in regalo una bicicletta semidistrutta, che poi con paziente lavoro ha completamente ristrutturato e che, infine, gli è stata chiesta indietro. Chiesta indietro con una e-mail. Si con una e-mail… Su quella bellissima bicicletta ora c’è l’originale proprietario che si pavoneggia per la città. Tuttavia sono contento e non perché sono impazzito o cretino. Sono contento di aver lavorato a Monteroni dove ho sofferto e gioito con tante altre persone. Specialmente con quel caloroso pubblico famoso in tutta Italia. (…) A me non si può chiedere di stare calmo, oltre un certo limite, o di non dire quello che penso. E comunque sono certo di non aver offeso nessuno. Dovevo chiudere un capitolo triste. L’ho fatto. Grazie Monteroni…e non è ironico”. Un post che ha richiamato intanto l’attenzione del mondo del basket. Attestati di affetto e solidarietà sono arrivati difatti ad Antonio Lezzi da tutta Italia ed anche oltre. mp (foto di NP Monteroni) 

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