
È quanto sta accadendo dopo la decisione degli amministratori di dare mandato ad un legale, per l’opinione espressa dal giornalista di La 7, Danilo Lupo, in merito alla vicenda Terra Rossa: numerosi gli attestati di solidarietà nei confronti di quest’ultimo. La giunta di Lecce querela il giornalista di La 7, Danilo Lupo, accusando di diffamazione per un post di commento su facebook alla vicenda dello sgombero dell’ex asilo occupato dal collettivo Terra Rossa. Una scelta, su proposta dell’assessore con delega al Contenzioso, Luigi Coclite, decisa all’unanimità dagli assessori presenti nell’ultima seduta dell’esecuti vo cittadino, e apparsa subito ai più inusuale nella forma e nella proporzione. Lo dimostra la catena di solidarietà che, fin dalle prime ore in cui la delibera è stata pubblicata sull’albo pretorio, si sta scatenando sui social nei confronti del giornalista salentino, oggetto di querela. Nel mirino degli amministratori, nello specifico, un periodo estratto dalla riflessione che Lupo aveva dedicato alla vicenda, e ritenuto lesivo dell’immagine della città e della reputazione di sindaco e giunta: “Perché a quanto pare nel Comune di Lecce puoi fare tutto. Puoi occupare abusivamente una casa popolare. Basta avere il permesso dell'assessore. Puoi comprarti i pezzi migliori del patrimonio comunale. Basta avere il permesso del sindaco”. Al di là della discussione profonda su quanto sia condivisibile o meno impostare una querela su un'opinione, per quanto critica e dura, e sugli estremi tecnici per configurare il reato di diffamazione (sulle vicende contestate sono in corso delle inchieste che stanno cercando di far luce), quello che sorprende molti è che la giunta, in una fase come questa, dove viene messa spesso sotto accusa per il generale immobilismo che traspare nella gestione amministrativa, dimostri una sorprendente “vitalità” nel sentirsi diffamata da un privato cittadino e nel dare specifico mandato ad un legale. Come detto, la decisione si sta rivelando un vero e proprio “boomerang”, visto che continuano ad arrivare attestati di solidarietà, da più parti, al giornalista querelato. Tra i primi a farlo, ovviamente, ci sono i membri del collettivo Terra Rossa, che in un comunicato, esprimono vicinanza a Danilo Lupo e, allo stesso tempo, sottolineano come sindaco e assessori giustifichino lo sgombero “attaccandosi alla questione legalitaria relativa all’atto di disobbedienza civile attraverso l’occupazione dell’immobile di proprietà pubblica”, ma “zittiscono coloro che fanno notare le ambiguità di questa amministrazione su questioni di ben più grande rilevanza urbanistica e patrimoniale”. Carlo Salvemini, consigliere di opposizione, scrive che “un sindaco ed una giunta sanno di essere sottoposte ogni giorno ai giudizi degli elettori. Che possono essere spietati, violenti, aggressivi. Devono essere capaci di affrontarli senza perdere lucidità. E tenersi lontano dalla tentazione di soffocarli. Sono parte del confronto pubblico che è l'essenza della democrazia”. “La querela in questo caso – aggiunge - non è una risposta politica ad un giudizio che si considera ingiurioso; non mira a fare chiarezza; non punta a spiegare e argomentare. Intende zittire e basta. Le parole di Danilo Lupo potevano essere ignorate al pari di quelle di tanti altri. Avendo deciso di tenerne conto allora meritavano risposta pubblica anche ruvida e feroce. Non la scorciatoia della querela”. Mauro Bortone