
Nessun braccio di ferro tra Puglia e Governo, in più la distribuzione dei fondi disponibili sarà equa tra le province. Il capo di gabinetto della giunta regionale, Claudio Stefanazzi, riassume così il Patto per la Puglia sul quale si sta alacremente lavorando nel palazzo di Lungomare Nazario Sauro. Ventiquattro ore prima dell'arrivo a Bari del premier Renzi, Stefanazzi, audito in Commissione Bilancio del Consiglio regionale, ha voluto chiarire che "non è in atto un braccio di ferro tra la Puglia ed il Governo nazionale in merito alla ripartizione dei fondi derivanti dal Patto per il Sud”. Una frase che serve per sedare le polemiche e distendere i nervi dopo le fibrillazioni degli ultimi mesi tra il governatore Emiliano e il premier Renzi. Quest'ultimo domani sarà a Bari per firmare il Patto per la città capoluogo, la Regione non può perdere l'opportunità di ottenere quei fondi, sebbene Emiliano continui a ribadire che lo scippo dei fondi da parte del Governo sia stato consistente. E tanto conferma anche Stefanazzi ai commissari regionali spiegando che la dotazione finanziaria a disposizione della Regione è di 2miliardi e 71milioni di Fondo sviluppo e coesione, insufficiente rispetto all’iniziale proiezione di più di 4miliardi, la cui ripartizione è tutta da decidere sulla base delle problematiche emergenziali da affrontare. La più ostica è quella relativa alle opere infrastrutturali (strade e treni). In più - ha informato Stefanazzi - da parte del Ministero è giunto anche il suggerimento di prevedere all’interno del Fsc regionale l’ammontare delle opere in capo a RFI e Anas, cioè significa dover sottrarre altri 500milioni di euro alle altre opere (un quarto dei finanziamenti a favore del Fondo regionale). L'elenco delle priorità sta prendendo forma ma, ha tenuto a chiarire il capo di gabinetto, sarà rispettato il principio della omogeneità territoriale. Prima di tutto, comunque, saranno affrontate le emergenze: chiusura del ciclo dei rifiuti e delle acque partendo dalla depurazione fino a giungere al riutilizzo delle stesse, inclusione sociale, Reddito di dignità, credito d’imposta a favore del Sud (dopo lo scippo di 240milioni di euro dei Por, è stato detto), rigenerazione urbana, miglioramento delle condizioni infrastrutturali dei porti turistici pugliesi e individuazione delle risorse da destinare per il riordino dei Consorzi di Bonifica, in profondo rosso da un decennio, affinché si creino le condizioni per l’agibilità dei canali. Quanto agli ospedali si punta ad utilizzare i fondi ex articolo 20 e non quelli del Patto. Una lista completa delle opere cantierabili arriverà in via Capruzzi prima che lo schema approdi in giunta.