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Piano delle Coste mancante, Lecce Città Pubblica: “Non ci saranno nuove concessioni”

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Leccesette
“La mancata approvazione del piano comunale delle coste è il primo e principale danno arrecato alle nostre marine”. Lo spiegano Carlo Salvemini e Rita Miglietta di Lecce Città Pubblica durante la conferenza stampa tenutasi questa mattina a San Cataldo. “Sin dal 2012 presentammo una mozione con la quale chiedevamo l’avvio urgente delle procedure per l’approvazione del PCC. Venne bocciata dalla maggioranza (con il voto di chi oggi chiede chiarezza). Nei giorni scorsi abbiamo chiesto che venisse presentata alla commissione urbanistica tutta la documentazione relativa al Piano delle coste. Abbiamo così scoperto che esiste una relazione preliminare, di fatto un vero e proprio documento d’indirizzo politico, acquisito dagli uffici privo di data e mai approvato né dal consiglio comunale né dalla giunta. Abbiamo ricevuto delle norme tecniche di attuazione che non hanno nessuna validità in attesa dell’adozione della relazione definitiva. Insomma una gestione non solo colpevolmente lenta ma lacunosa e opaca in molti suoi passaggi”. Nei giorni scorsi l’amministrazione comunale ha fornito l’elenco completo delle domande presentate da privati per il rilascio di 19 nuove concessioni demaniali marittime.  “C’è stato molto fermento -continua Salvemini- attorno ai dati diffusi: da parte di chi paventa favoritismi e discrezionalità a vantaggio di qualche fortunato imprenditore; per l’annuncio che in ogni caso le domande già protocollate godrebbero di un diritto di precedenza quando verrà approvato il Piano delle coste. Le 19 domande per nuove concessioni non possono attualmente avere un esito positivo per 3 ragioni sostanziali: in primo luogo perché il litorale leccese è in erosione – oltre 3 km calcolati nella relazione preliminare – e la legge regionale stabilisce che, in assenza di Piano Comunale della costa nuove concessioni possono essere rilasciate solo se localizzate in tratti di costa non in erosione, in secondo luogo perché il litorale leccese ha lunghi tratti di spiaggia con profondità inferiore a 15 metri; condizione che, la legge regionale, impone il divieto di concessione salvo deroghe garantite dagli studi del piano e poi perché sul litorale leccese insistono foci di corsi d’acqua ed emergenze archeologiche e di pertinenza di beni storici ed ambientali non concedibili”. Salvemini e Miglietta spiegano che le domande di nuove concessioni non potranno godere di alcun primato nel corso di una nuova gestione del demanio: “Il Piano delle coste dovrà dettare le regole per l’assegnazione delle nuove concessioni che dovrà avvenire mediante procedura di evidenza pubblica, un bando. Un eventuale allargamento dell’offerta di concessioni demaniali avrebbe potuto essere garantita da due fattori, cioè un programma urgente di interventi per la riduzione dell’erosione costiera e un adeguamento e ripensamento delle attuali 34 concessioni delle quali alcune superano il limite massimo di fronte mare concedibile pari a 150 mt. Sulla costa leccese infatti ci sono concessioni che superano i 300 metri di lunghezza di fronte mare. Al momento il vero dato politico resta  il clamoroso ritardo del Comune di Lecce nell’approvazione del PCC: che danneggia la nostra costa a causa di un’erosione che non è comprensiva delle inadempienze di Palazzo Carafa; che mortifica i cittadini che non dispongono dello strumento di programmazione cardine che garantisce loro accessibilità ciclopedonale al mare, parcheggi, spiagge libere attrezzate; che penalizza i nuovi aspiranti imprenditori balneari cui è impedito poter avviare nuove attività”.

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