Il 43enne Elio De Vergori ha spiegato al giudice la triste vicenda che lo ha spinto a rubare. Restare in carcere invece di tornare in libertà. Una vicenda particolare quella del 43enne Elio De Vergori fermato dalla polizia per furto di bici, che nel confronto con il gip Giovanni Gallo, è emersa in tutta la sua drammaticità. Per l’avvocato si tratta di un uomo prostrato dalla vita, arrestato per aver violato le prescrizioni della sorveglianza speciale che vietano la frequentazione di pregiudicati. De Vergori vive nello stesso casolare dove qualche settimana fa erano state ritrovate una decina di biciclette rubate, frequentato da pregiudicati e malviventi: il 43enne era stato arrestato venerdì scorso dai poliziotti insieme al marocchino Abdellah El Gharib, 33 anni ammettendo di aver rubato una sola bicicletta. Un giorno di febbraio, un proprietario aveva riconosciuto la sua bici rubata passargli davanti a bordo di un furgoncino ed aveva avvisato la polizia. Le indagini dei poliziotti delle Volanti avevano consentito di risalire a De Vergori e El Gharib, attraverso una serie di filmati delle videocamere di sicurezza cittadine. A marzo i due erano stati denunciati. La Procura, dopo il ritrovamento di nove biciclette nell'immobile abbandonato in cui i due uomini vivono, ha chiesto e ottenuto dal gip le ordinanze di custodia cautelare. Per De Vergori quasi una liberazione dallo stato di povertà in cui vive e dal quale sembra impossibile uscire.