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Tap, Elia: "Nessun blocco ai lavori del gasdotto. E Brindisi è capitolo chiuso"

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Leccesette
“Non c'è nulla che blocchi i lavori del gasdotto”, men che meno lo slittamento dell'espianto e del reimpianto degli ulivi che dal 30 aprile in cui era previsto, avverrà ad ottobre.  Michele Elia, il nuovo country manager della Trans Adriatic Pipeline, parla per la prima volta da Bari per ufficializzare l'avvio dei lavori del gasdotto il 13 maggio, tre giorni prima del termine ultimo imposto nelle autorizzazioni ministeriali. Nonostante i ritardi dovuti alle richieste di chiarimento da parte di Regione, Autorità di Bacino e Comune, tecnicamente i cantieri si ritengono aperti il 13 maggio con la bonifica bellica e le indagini nel sito archeologico. “E' competenza del Mise – chiarisce il manager – e sta riconoscendo la validità della data”. Se alla fine dovesse risultare che questi ritardi erano basati su motivazioni superflue? “Si chiedono i danni alle istituzioni se si perdono soldi e per motivi futili. Al momento posso dire che stiamo lavorando tutti per fare le cose al meglio”, spiega lasciando però un punto interrogativo su una decisione futura. Quanto, poi, alla richiesta del governatore Emiliano di spostare l'approdo a Brindisi, Elia è chiaro: “L'approdo di Brindisi lo abbiamo tentato in tutte le maniere, abbiamo provato a renderlo fattibile. Ma era molto più invasivo nel tratto in mare perché occorreva scavare dei pozzi e anche profondi, in più è una zona protetta per la posidonia ed è vicina a siti inquinati” e, non ultimo, Tap avrebbe dovuto costruire un tratto di tubo lungo 6,5 km anziché 1,5 km come prevede il progetto di approdo a Melendugno. Il crono programma dei lavori è diviso in trimestri. Da luglio 2016 ad aprile 2018 è prevista la costruzione della condotta a terra, da ottobre 2016 a gennaio 2019 la costruzione del terminale di ricezione a Mesagne (non comporta emissioni, assicurano), da ottobre 2016 a gennaio 2017 la costruzione del microtunnel, da dicembre 2017 ad aprile 2018 l'installazione della condotta e a fine 2019 la messa in esercizio. A gennaio 2020 è previsto l'arrivo del gas in Italia. Nelle casse del Comune di Melendugno – ha spiegato ancora Elia - andranno 18 milioni di euro di tributi (Imu, Tares e Tasi) in 25 anni. “Saremo i primi contribuenti e questo vuol dire – ha aggiunto – che quei soldi si potranno investire nella vita dei cittadini del posto”. Altri 800mila euro in 4 anni saranno stanziati per la pulizia di spiagge e fondali nei 30 km di costa dalle marine leccesi a San foca, Cesine comprese. Altri 200mila euro saranno investiti in 8 progetti sulla cultura, sul sociale, sul turismo e sull'ambiente. I primi bandi entro l'estate, i cittadini potranno partecipare in forma singola o associata. Quattrocentomilioni di euro è la cifra che sarà investita nei contratti con aziende italiane che lavoreranno alla realizzazione del metanodotto: nessuna è pugliese. I paletti economici sono troppo stringenti ma per Elia è necessario affinché “vengano tutelati i lavori, è una forma di garanzia di cose fatte bene.” A Melendugno è prevista l'apertura degli uffici di Tap e di un info point per offrire ai cittadini un luogo in cui informarsi in tutte le fasi del progetto. Quanto ai terreni espropriati, nell'89% dei casi si è risolto con un accordo bonario con i proprietari. Solo per l'11% si è trattato di "occupazione temporanea e asservimento coattivo che faremo diventare accordi bonari". Il country manager di Tap ha parlato con toni concilianti dei rapporti con Regione e Comune. “Ho chiamato il presidente Emiliano appena sono arrivato, è una questione di cortesia. Ci risentiremo, i rapporti suono buoni, il governatore non è contrario al gasdotto in sé. Non sono, invece, riuscito a parlare con il sindaco di Melendugno, ci riproverò, sarà impegnato. Non c'è nulla di cui preoccuparsi”. Toni molto diplomatici che, però, vengono rispediti al mittente dallo stesso Marco Potì che ha stazionato all'esterno dell'Hotel delle Nazioni dove si teneva l'incontro con Tap. “La prima bugia – ha spiegato Potì – è che quei 18 milioni vanno nelle casse del Comune. La legge di stabilità prevede che il gettito delle attività produttive vada al Governo, solo in minima parte resta ai Comuni. Così come la tassa sui rifiuti, tanto arriva dai tributi e tanto giriamo alla dita che procede alla raccolta. La seconda bugia è sull'avvio dei lavori – ha continuato Potì - non si intende apertura di cantiere la bonifica bellica peraltro già fatta due anni fa. La terza è sulla chiamata. Non ne ho ricevuta alcuna. L'ex country manager Gianpaolo Russo mi chiamò per propormi le compensazioni e la mia risposta fu NO, perché se sono contrario ad un'opera, lo sono sempre. Se Elia vuole può chiamarmi ma la mia risposta sarà sempre uguale”. Fonte: Barisette

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