
La vittima, una leccese di 41 anni, è finita in ospedale due volte e nel luglio scorso ha presentato denuncia. Continui maltrattamenti verbali e fisici, anche davanti alle due figlie minorenni. Dopo anni di vessazioni è finito l'incubo per una 41enne leccese che nel luglio scorso aveva deciso di sporgere denuncia nei confronti del marito. Il comportamento violento dell'uomo si era manifestato sin dai primi giorni di matrimonio avvenuto nel 2000: vessazioni fisiche e psichiche, ingiurie ed offese profferite anche in presenza delle figlie minorenni, una delle quali disabile. La moglie aveva tentato in tutti i modi di ricomporre il rapporto chiedendo aiuto ed assistenza ad un centro antiviolenza. Tutto ciò non aveva prodotto alcun frutto, anzi negli ultimi due anni la situazione era degenerata ed in particolare nel corso del 2015. Il 15 giugno la donna ha subito una violenta aggressione verbale e fisica, con minacce di morte. La violenza non aveva risparmiato neanche le figlie minori, strappate con forza alla madre che tentava di allontanarsi dall’abitazione per mettersi e metterle in salvo. Tale episodio è stato confermato dalle dichiarazioni dei genitori e della sorella della donna intervenuti in suo aiuto, nonché dai referti medici che attestavano lesioni giudicate guaribili in 10 giorni. Il giorno successivo, essendo la donna fuggita di casa per rifugiarsi con le figlie a casa dei suoi genitori, il marito aveva iniziato a vessarla con richieste pressanti di tornare insieme, sia per mezzo del telefono che con incursioni nei luoghi frequentati dalle figlie. La moglie, pur avendo avviato la separazione coniugale, ha ceduto alle richieste del marito ed è ritornata con il marito. A distanza di poche settimane un altro grave episodio di violenza a causa del quale la donna finisce in ospedale. Nel luglio 2015, ricevuto il ricorso per la separazione, il marito ha ricominciato con maltrattamenti psicologici, descritti minuziosamente nella denuncia che la donna presentò in Questura. Gli indizi di colpevolezza raccolti in questi mesi, corroborati dai due certificati medici, hanno indotto il Pm Stefania Mininni a disporre per l’indagato la misura coercitiva dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla moglie e dalle figlie.