
Dalla categoria Costruzioni di Confartigianato puntanbo il dito contro i lavori per la ristrutturazione degli alloggi destinati alle suore e per l'ingresso ai reparti Psichiatria e Malattie Infettive. Artigiani edili strozzati dai massimi ribassi nelle gare d’appalto. La denuncia arriva dalla categoria Costruzioni di Confartigianato Imprese Lecce che chiede un incontro urgente sull’argomento al prefetto Claudio Palomba, ed invita il direttore generale della Asl Lecce, Silvana Melli, e il dirigente dell’area tecnica, Fiorenzo Pisanello, alla sospensione delle procedure di aggiudicazione dei lavori di ristrutturazione degli alloggi destinati alle suore nell’ospedale Fazzi di Lecce, nonché dei lavori di rifacimento del marciapiede all’ingresso dei reparti di Psichiatria e Malattie infettive sempre dello stesso nosocomio. In particolare – spiegano da Confartigianato - la Asl di Lecce ha pubblicato due bandi, prevedendo il criterio del massimo ribasso, senza tenere conto delle disposizioni contenute nel Decreto del Presidente della Repubblica 163/2006, più precisamente gli articoli 86 (criteri di individuazione delle offerte anormalmente basse), 87 (criteri di verifica delle offerte anormalmente basse) e 88 (procedimento di verifica e di esclusione delle offerte anormalmente basse). «La procedura seguita - spiega il presidente della categoria, Luigi Marullo - oltre che essere in palese violazione della normativa in materia, si pone in evidente contraddizione con uno dei principi ispiratori del nuovo “Codice degli appalti pubblici e dei contratti di concessione”, che si pone l’obiettivo di contrastare il fenomeno dei ribassi anormali, prevedendo rigorosi strumenti di prevenzione. Ciò ha comportato che i lavori in gara sono stati provvisoriamente aggiudicati con ribassi del tutto fuori mercato (il 61,51 per cento ed il 48,74 per cento), i cui effetti distorsivi sono evidenti. Ci chiediamo – aggiunge Marullo – come possano conciliarsi ribassi di tali dimensioni con l’esigenza di garantire la buona esecuzione dei lavori, la buona qualità dei materiali usati, la corretta applicazione ai lavoratori del contratto collettivo di lavoro, la sicurezza sul cantiere; il pagamento puntuale dei fornitori e il giusto profitto dell’imprenditore. Il dato è ancora più eclatante – sottolinea il presidente – se si considera che la differenza tra il maggiore ed il minore ribasso offerto in ciascuna gara è di ben 46,21 punti percentuali per la prima e 37,41 punti percentuali per la seconda. Ci chiediamo come si possano giustificare differenze di valutazione di tale portata: o vi sono clamorosi errori nella progettazione oppure alcune offerte sono state formulate senza tenere in alcun conto i parametri minimi di sostenibilità. Quanto segnalato – prosegue Marullo – assume rilievo particolare se si considera che, per caratteristiche e ed importo, i lavori in questione sono di interesse specifico delle imprese edili artigiane che, più di altre categorie, hanno sofferto e soffrono la gravissima crisi del settore delle costruzioni e, per puro istinto di sopravvivenza, si spingono a proporre ribassi insostenibili”.