Il nuovo allenatore del Lecce è entrato in carica oggi. "Ci vorrà tempo per capire cosa è successo, ma l'mportante è dare tutto in campo". “Se il Lecce vuole fare un buon campionato, deve reagire subito”. Piero Braglia, il nuovo allenatore del Lecce arrivato dopo l’esonero di Antonino Asta, si presenta alla città e ai tifosi intenzionato a dare un nuovo corso al cammino dei giallorossi in Lega Pro. Ma non prima di aver compreso e affrontato i nodi critici: “Ci vorrà un po’ di tempo per capire cosa e successo a questa squadra. Perche questa e senz'altro una squadra importante” ha detto il tecnico toscano in conferenza stampa “I campionati si vincono a marzo, ma non puoi perdere 12 punti dalla prima a ottobre”. Da qui nasce anche la decisione, condivisa con la società, di effettuare da oggi allenamenti a porte chiuse. “I giocatori devono darsi delle risposte, è la cosa più importante” insiste Braglia “tra loro conosco Diop, Suciu e Liviero. Se ho i giocatori prediligo il 3-4-3, ma se non posso farlo non mi piango addosso”. “In questo girone non c'è una favorita” secondo l’allenatore giallorosso che è convinto che “basterebbe vincere due o tre partite per ritrovarsi con il gruppo di testa. Bisogna tirare fuori gli artigli. Dobbiamo uscire da ogni stadio con la maglietta molto sudata. Poi si può vincere o perdere, ma se giochiamo alle nostre possibilità ne perdiamo poche”. Sulla scelta di allenare la squadra salentina Braglia chiarisce: “Ho preferito il Lecce al Rimini perché sono stato sempre al Sud: queste sono le sfide che mi piacciono”. “Braglia è un allenatore esperto che conosco da un po' di anni” ha detto Stefano Trinchera, responsabile dell’area tecnica del Lecce “di ‘piazze importanti’ ne sa abbastanza. Credo che dalla sua esperienza possa nascere un nuovo percorso”. Poi Trinchera è tornato sulla scelta di cambiare allenatore: “La scelta di sollevare dall'incarico Asta e stata traumatica perché eravamo convinti che potesse essere l'uomo giusto. Ma la legge del calcio è questa. Ribadisco comunque la mia stima nei suoi confronti. Ne riconosciamo le qualità; ha dato veramente tutto”.
Il nuovo allenatore del Lecce è entrato in carica oggi. "Ci vorrà tempo per capire cosa è successo, ma l'mportante è dare tutto in campo". “Se il Lecce vuole fare un buon campionato, deve reagire subito”. Piero Braglia, il nuovo allenatore del Lecce arrivato dopo l’esonero di Antonino Asta, si presenta alla città e ai tifosi intenzionato a dare un nuovo corso al cammino dei giallorossi in Lega Pro. Ma non prima di aver compreso e affrontato i nodi critici: “Ci vorrà un po’ di tempo per capire cosa e successo a questa squadra. Perche questa e senz'altro una squadra importante” ha detto il tecnico toscano in conferenza stampa “I campionati si vincono a marzo, ma non puoi perdere 12 punti dalla prima a ottobre”. Da qui nasce anche la decisione, condivisa con la società, di effettuare da oggi allenamenti a porte chiuse. “I giocatori devono darsi delle risposte, è la cosa più importante” insiste Braglia “tra loro conosco Diop, Suciu e Liviero. Se ho i giocatori prediligo il 3-4-3, ma se non posso farlo non mi piango addosso”. “In questo girone non c'è una favorita” secondo l’allenatore giallorosso che è convinto che “basterebbe vincere due o tre partite per ritrovarsi con il gruppo di testa. Bisogna tirare fuori gli artigli. Dobbiamo uscire da ogni stadio con la maglietta molto sudata. Poi si può vincere o perdere, ma se giochiamo alle nostre possibilità ne perdiamo poche”. Sulla scelta di allenare la squadra salentina Braglia chiarisce: “Ho preferito il Lecce al Rimini perché sono stato sempre al Sud: queste sono le sfide che mi piacciono”. “Braglia è un allenatore esperto che conosco da un po' di anni” ha detto Stefano Trinchera, responsabile dell’area tecnica del Lecce “di ‘piazze importanti’ ne sa abbastanza. Credo che dalla sua esperienza possa nascere un nuovo percorso”. Poi Trinchera è tornato sulla scelta di cambiare allenatore: “La scelta di sollevare dall'incarico Asta e stata traumatica perché eravamo convinti che potesse essere l'uomo giusto. Ma la legge del calcio è questa. Ribadisco comunque la mia stima nei suoi confronti. Ne riconosciamo le qualità; ha dato veramente tutto”.