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Nel carcere apparecchiature sanitarie nuove ma inutilizzabili, il Sappe scrive ad Asl e Prefetto

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Leccesette
I macchinari sono in attesa di essere messi a norma da tecnici della Asl ed eviterebbero pericolose trasferte di detenuti verso l'ospedale come quella che consentì l'evasione di Perrone.  Apparecchiature sanitarie costate centinaia di migliaia di euro abbandonate all'interno del carcere perchè manca la messa a norma. Il sindaco di polizia penitenziaria Sappe chiama in causa la Asl che non ha ancora inviato i tecnici a Borgo san Nicola per far sì che i macchinari entrino in funzione evitando pericolosi trasferimenti di detenuti presso l'ospedale.  “Nonostante i tragici eventi del novembre scorso, con l’evasione del detenuto Perrone dall’ospedale di Lecce che tanta paura ha generato nell’opinione pubblica, a tutt’oggi l’ASL di Lecce continua a porre in essere atteggiamenti quantomeno superficiali nel trattare la materia della sanità penitenziaria ed il ricorso a strutture esterne per curare i detenuti” accusa il segretario nazionale Federico Pilagatti che ha inviato una lettera al Prefetto per chiedere un intervento urgente.  “Dopo i gravi fatti accaduti nel mese di novembre in cui le visite di detenuti all’esterno per visite specialistiche e ricoveri urgenti si ridussero drasticamente con circa 80 uscite nel mese di dicembre, il trend è di nuovo aumentato in maniera preoccupante con circa 127 accompagnamenti nel mese di febbraio per esplodere a marzo con circa 180 tra visite e ricoveri – si legge nella missiva - tali numeri non consentono più di predisporre scorte adeguate per l’accompagnamento di detenuti presso le strutture sanitarie esterne, considerata la grave carenza di poliziotti penitenziari in servizio presso il penitenziario di Lecce che allo stato attuale, sarebbe di circa 200 unità, nonché sottoporre il personale in servizio a turni di lavoro massacranti e non più sopportabili. Senza dimenticare che per far fronte a tali emergenze, in più occasioni vengono impiegati poliziotti penitenziari che lavorano all’interno delle sezioni detentive, con il risultato di sguarnire le stesse con ripercussioni negative sulla sicurezza del penitenziario”. 

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