
La mancanza di autisti dipendenti Asl porta di frequente a mettere alla guida soccorritori senza garanzie. Soccorritore e all’occorrenza autista. Succede in una delle postazioni 118 di Lecce, dell’Asl salentina che ha affidato in parte il servizio ad alcune associazioni convenzionate. Di norma la convenzione, almeno nel caso specifico, prevede che l’associazione convenzionata, metta a servizio dell’azienda sanitaria, un soccorritore e un infermiere, ai quali paga un rimborso spesa. Per questo servizio, l’onlus viene pagata 10 mila euro al mese dall’Asl, che, nella postazione 118, “mette” invece un proprio medico, un proprio autista di ambulanza e il mezzo di soccorso. Il problema si verifica quando, per varie ragioni, manca l’autista Asl, come accaduto più volte e viene sostituito dal soccorritore dell’associazione, che non ha i titoli per guidare un’ambulanza pubblica. Ammesso come qualche caso, che il soccorritore dell’associazione, abbia anche le qualifiche per guidare l’ambulanza, non è comunque un dipendente Asl, dunque non avrebbe le carte in regola per guidare il mezzo di soccorso e poi che garanzia hanno i cittadini che pagano questo servizio? “Ogni volta – racconta un soccorritore volontario 118- che mancava l’autista Asl, automaticamente il presidente della onlus, mi mandava alla guida del mezzo di soccorso, anche se l’associazione é pagata per fornire un infermiere e un soccorritore che devono stare dietro l’ambulanza, con il paziente. Stando invece alla guida del mezzo, il soccorritore non può dare aiuto all’infermiere quando deve per esempio fare una terapia di urgenza durante il trasporto e questo crea non poche difficoltà.” I rischi ci sono tutti e durano da diversi anni. “Tempo fa – racconta il soccorritore – é accaduto che una postazione 118 di Lecce, venisse interrotta per una buona mezz’ora, perché il medico che montava il turno alle 20, convenzionato Asl, si rifiutò di salire a bordo dell’ambulanza, guidata da uno pseudo autista che, non essendo un dipendente Asl, non dava alcuna garanzia. Non solo, ma questo andazzo è noto anche a chi é nella centrale operativa e autorizza spostamenti del personale – aggiunge il testimone. – “Tempo fa infatti – dichiara il soccorritore – fui assunto temporaneamente per un anno e mezzo dall’Asl, allora ero in una postazione mista come autista Asl, accade una pasquetta che la centrale operativa dell’Asl, dalla quale dipendevo, mi spostò alla postazione dell’ospedale leccese, dove mancava il collega autista e il posto vuoto che lasciai nella mia postazione, fu colmato dall’allora soccorritore volontario della onlus. Dunque la centrale operativa era a conoscenza di questa situazione, che regna almeno dal 2010 e sino a pochi giorni fa, quando in una postazione mista, l’autista Asl che avrebbe mandato malattia, é stato sostituito dal soccorritore dell’associazione.” I rischi dunque non sono soltanto per il paziente, ma anche per chi guida il mezzo di soccorso senza alcuna tutela legale e autorizzazione, né contratto.”Sino a maggio 2011 – racconta ancora il soccorritore – nella postazione 118 mista (onlus e Asl), quando mancava l’autista Asl, c’era il soccorritore alla guida dell’auto medica, cosa che avviene a tutt’oggi anzicchè con l’auto medica, con l’ambulanza.” . “Ciò avviene – secondo il soccorritore – perché in questa maniera, si garantisce il servizio, senza che nessuno ci rimetta: l’Asl dà il 118 ai cittadini, ma non deve pagare un autista in più che sostituisca il collega assente e la onlus riesce a erogare il servizio di emergenza, prendendosi i 10 mila euro al mese dall’Asl, senza sborsare rimborsi spesa in più, per un’eventuale sostituzione. Una spesa in meno sia per uno che per l’altro” Non finisce qui, perché dal 2009 é in piedi nell’azienda sanitaria salentina, una graduatoria di autisti dalla quale la stessa Asl potrebbe attingere per sostituire gli assenti. Ciò non accade, probabilmente perché l’azienda ha sforato il budget dei contratti a tempo determinato e viaggia così nell’illegalità. Fonte: Sanità Salento