
Il consigliere sottolinea il silenzio dell’amministrazione sull’operazione finanziaria da circa 60milioni di euro e l’impossibilità di una discussione approfondita sul tema, nonostante le numerose convocazioni. Una precisa volontà politica, quella di non parlare di Invimit, la complessa operazione immobiliare da 60 milioni di euro che riguarda Palazzo Carafa: è questo il parere del consigliere comunale Carlo Salvemini, che dal blog di Lecce città pubblica, sottolinea come siano state 15 le commissioni consiliari convocate dal 26 gennaio scorso sull’operazione, ma mai entrate nel dettaglio “per assenza del governo cittadino”. “Non può trattarsi – spiega - di assenze dovute a indifferibili impegni dell’assessore (con il quale si era concordato il calendario dei lavori). Ma di voler al momento evitare un confronto di merito su un provvedimento strategico che è stato solo annunciato alla stampa a seguito dell’approvazione di una serie di delibere di giunta”. Per Salvemini, il silenzio del governo cittadino legittima ogni interpretazione, ovvero che ci sia stato un ripensamento sull’operazione che prevede la valorizzazione di immobili di proprietà comunale attraverso destinazioni private, “ma si preferisce non renderlo pubblico dopo gli annunci”, o che, all’interno della stessa maggioranza, “esistano forti resistenze che devono essere piegate prima di affrontare le richieste di chiarimento della minoranza”; oppure che si preferisca “non dare troppo spiegazioni fino al momento dell’obbligatorio passaggio in consiglio comunale per la sua approvazione”. “Non mancano come detto – prosegue - i dubbi sulla decisione di ricorrere ad un fondo immobiliare chiuso come leva di sviluppo locale. Diverse le variabili che condizionano il successo di un’operazione articolata, complessa, impegnativa: evoluzione demografica, vivacità mercato immobiliare, equilibrio tra interessi dei privati investitori e quelli del comune, andamento dei rendimenti, valutazioni dei rischi”. “Quella che a leggere le carte – aggiunge Salvemini - pare solo un’operazione di ingegneria finanziaria è invece un’articolata variante urbanistica (l’ennesima di questo lungo ciclo di governo) con la quale si cambiano destinazioni d’uso di immobili importanti della città e di terreni periferici. Basti pensare all’ex istituto Margherita destinato ad ospitare strutture ricettive; alla localizzazione di attività terziarie all’interno dell’ex Palazzo Omni; a nuove a residenze all’interno di Villa Citti; alla realizzazione della nuova sede degli uffici comunali in via della Cavalleria”. Per questo, per il consigliere comunale è importante entrare nel merito dell’operazione.