
La sentenza nei confronti di Mirko Castelluzzo e Federico Ferri: l’episodio accadde il 26 luglio scorso a Torre Chianca. Dodici anni a testa per i due aggressori del venditore ambulante. La sentenza, nei confronti di Mirko Castelluzzo e Federico Ferri è stata pronunciata oggi dal giudice per l'udienza preliminare Simona Panzera. I due rispondono di tentato omicidio in concorso e aggravato dall'odio razziale nei confronti di un giovane ambulante di 17 anni proveniente dalla Guinea. Mirko Castelluzzo e Federico Ferri, erano stati arrestati il 26 luglio dopo un pomeriggio di ordinaria follia al lido Cambusa di Torre Chianca. Il 17enne originario della Guinea Bissau, era stato pestato a sangue, derubato, rischiando di essere affogato in mare da due uomini leccesi, nella connivenza dei bagnanti presenti, che avevano osservato la scena, senza intervenire. L'intervento della polizia era stato richiesto dal giovane venditore, che ha un regolare permesso di soggiorno. Una volta arrivati sul posto, gli agenti avevano trovato il giovane bagnato e visibilmente scosso: avvicinato a due bagnanti leccesi, che avevano manifestato il desiderio di visionare alcuni occhiali da sole tra gli oggetti in vendita, era stato preso a calci e pugni dopo aver richiesto la restituzione della merce. I due leccesi, non contenti, lo avrebbero preso di forza, gettandolo in mare, mettendogli le mani al collo e tentando di affogarlo, mentre sul lido pieno di bagnanti, i presenti osservavano la scena senza muovere un dito. All'arrivo dei volanti, l'ennesima sorpresa con un clima davvero insolito: infatti, i bagnanti erano intervenuti in sostegno dei due aggressori, tentando di intralciare il lavoro dei poliziotti, costretti a chiamare un'altra pattuglia in aiuto. I presenti intanto avevano continuato ad inveire contro il minore, apostrofandolo, insultandolo ed accusandolo pesantemente. Per preservarlo gli agenti furono costretti ad entrare in macchina con il 17enne. Parte civile si è costituita l'associazione “Centro internazionale dei diritti umani” con l'avvocato Cosimo Castrignanò.