
L’ex parlamentare parla di “sbavatura” su Facebook e chiede il rispetto delle idee, senza attuare boicottaggi. L’attacco mediatico che ha colpito Antonella Persano, l’ex vicesindaco di Salice Salentino dopo le sue esternazioni sui gay pubblicate sui social, sono “sgradevoli ed esagerate”. Lo rende noto Adriana Poli Bortone. La Persano, direttrice di un laboratorio di analisi e volto storico della destra a Salice Salentino, aveva dichiarato che i gay erano persone malate da curare e non idonee a crescere un figlio, scatenando una vera bufera che aveva raggiunto il suo acme con la proposta di boicottaggio del laboratorio analisi dove l’ex vicesindaco lavora. Una forma di protesta che ha fatto scendere in campo Adriana Poli Bortone: “È un attacco civile perché colpisce la professionista attraverso forme intollerabili di discriminazione. Pensate che cosa accadrebbe se tutti coloro che condividono il pensiero di Antonella Persano dovessero invitare i cittadini a non fare acquisti nei negozi gestiti da gay, a non rivolgersi a professionisti gay e via dicendo. Sarebbe l’acme dell’inciviltà! Ciascuno ha diritto di vivere la sua vita sessuale come vuole, come ciascuno ha il diritto, costituzionalmente garantito, di esprimere liberamente il suo pensiero. E se ciò accade per tematiche che dividono l’opinione pubblica su provvedimenti che disegnano nuovi modelli di società, il tutto è da ricondursi alla vivacità, semmai anche alla durezza, di un dibattito che non solo può, ma deve esserci nel momento in cui un popolo è posto di fronte alla scelta fra il riconoscersi nelle sue radici storiche, culturali, religiose, che hanno trovato ampio spazio nel dettato costituzionale e l’aprire a modelli di società assolutamente nuovi e fondati su valori del tutto differenti. Di fronte a temi di così grande momento qualche “sbavatura” su Facebook non può rappresentare la fine del mondo. Smettiamola, allora, con le polemiche pretestuose e riconduciamo il tutto nell’ambito del rispetto delle idee. Diverse, certamente. Opposte indubbiamente. Ma proprio per questo democraticamente lontane da certe imposizioni culturali degne dei peggiori regimi autoritari”