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Il sindaco di Nardò si dice disponibile ad un confronto pubblico sul tema, ma domanda: “Se l’attuale normativa consente lo scarico delle acque reflue in falda perché ci si affanna a proporre modifiche”. Condotta sottomarina, il sindaco di Nardò Marcello Risi apre al confronto, concordando con quanto dichiarato dal consigliere regionale grillino, Cristian Casili, sugli scarichi di acque reflue urbane e industriali sul suolo o negli strati superficiali del sottosuolo, vietato dalla legge nazionale, seppur con qualche eccezione. “La mia opinione – spiega - è che il caso di Nardò possa rientrare nelle deroghe previste dalla legge nazionale. Effettivamente il processo di salinizzazione delle falde avanza e impone scelte innovative e coraggiose, a partire dal riutilizzo dei reflui a fini irrigui, previsto come obiettivo nel protocollo d'intesa sottoscritto da Comune, Regione, Acquedotto Pugliese e Autorità idrica pugliese”. Per Risi il punto è uno: “l’attuale normativa regionale che il consigliere Casili si propone con altri di modificare, consente lo scarico delle acque reflue in falda? Se lo consente, perché ci si affanna a proporre modifiche? Il protocollo d'intesa sottoscritto è servito a inchiodare Regione Puglia e Acquedotto su alcuni punti fermi. Lo consideriamo un decisivo passo in avanti, non un definitivo punto di arrivo. L'obiettivo resta il pieno riutilizzo delle acque reflue”. In quanto al rischio di commissariamento con ritorno al vecchio progetto, Risi ricorda che gli amministratori del comune hanno esposto a Roma, al Ministero dell'Ambiente, le ragioni per le quali la nostra città ha detto no: “La mia personale impressione è che al Ministero – afferma - siamo stati abbastanza convincenti. Non sono così ingenuo da sottovalutare che interessi economici concorrenti possano spingere in direzioni opposte alle aspettative della nostra comunità. Ma, sento di poter garantire che quegli interessi non prevarranno”.
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Il sindaco di Nardò si dice disponibile ad un confronto pubblico sul tema, ma domanda: “Se l’attuale normativa consente lo scarico delle acque reflue in falda perché ci si affanna a proporre modifiche”. Condotta sottomarina, il sindaco di Nardò Marcello Risi apre al confronto, concordando con quanto dichiarato dal consigliere regionale grillino, Cristian Casili, sugli scarichi di acque reflue urbane e industriali sul suolo o negli strati superficiali del sottosuolo, vietato dalla legge nazionale, seppur con qualche eccezione. “La mia opinione – spiega - è che il caso di Nardò possa rientrare nelle deroghe previste dalla legge nazionale. Effettivamente il processo di salinizzazione delle falde avanza e impone scelte innovative e coraggiose, a partire dal riutilizzo dei reflui a fini irrigui, previsto come obiettivo nel protocollo d'intesa sottoscritto da Comune, Regione, Acquedotto Pugliese e Autorità idrica pugliese”. Per Risi il punto è uno: “l’attuale normativa regionale che il consigliere Casili si propone con altri di modificare, consente lo scarico delle acque reflue in falda? Se lo consente, perché ci si affanna a proporre modifiche? Il protocollo d'intesa sottoscritto è servito a inchiodare Regione Puglia e Acquedotto su alcuni punti fermi. Lo consideriamo un decisivo passo in avanti, non un definitivo punto di arrivo. L'obiettivo resta il pieno riutilizzo delle acque reflue”. In quanto al rischio di commissariamento con ritorno al vecchio progetto, Risi ricorda che gli amministratori del comune hanno esposto a Roma, al Ministero dell'Ambiente, le ragioni per le quali la nostra città ha detto no: “La mia personale impressione è che al Ministero – afferma - siamo stati abbastanza convincenti. Non sono così ingenuo da sottovalutare che interessi economici concorrenti possano spingere in direzioni opposte alle aspettative della nostra comunità. Ma, sento di poter garantire che quegli interessi non prevarranno”.