
"Ci siamo leccati per un po' le ferite, poi abbiamo capito che bisognava tornare sui binari per evitare di deragliare del tutto". I commenti al termine del vertice di maggioranza, convocato nel palazzo presidenziale di Lungomare Nazario Sauro, a Bari, fanno comprendere perfettamente il clima che si è respirato sino ad oggi tra i banchi del centrosinistra, dopo la figuraccia rimediata nella maratona di Bilancio finita con un nulla di fatto. Domani si ritorna in Aula ma con un presupposto differente: l'assalto alla diligenza è finito. Quindi via tutti gli emendamenti: dei 60 ancora pendenti sull'ultimo articolo del disegno di legge, ne sono sopravvissuti solo una decina. Via tutte le mance e le piccole elargizioni a questa o quella causa, via tutti gli emendamenti che non sono strettamente e rigorosamente connessi al Bilancio. In buona sostanza si ritorna agli accordi asciutti presi nel corso del vertice di maggioranza convocato alla vigilia della maratona. A presiedere il vertice il capo di Gabinetto, Claudio Stefanazzi e il segretario generale della presidenza. ll governatore Emiliano, impegnato a Roma nella conferenza Stato-Regioni, ha dettato la linea a distanza ed è quella ottenuta alla fine del vertice. Del resto il primo ad essere preoccupato degli effetti politici del primo bilancio della sua era, è proprio il presidente. L'assalto alla diligenza è sfuggito di mano, la somma totale delle richieste avanzate dai consiglieri avrebbe messo a repentaglio i conti della Regione e quando ci si è resi conto di questo si è chiesta la sospensione. Per questo ora, dopo la scivolata, "occorre fare un passo indietro e compattare la maggioranza". Le opposizioni, invece, attendono di confrontarsi nella conferenza dei capigruppo convocata per domattina. Per ora, l'intenzione è quella di mantenere la barra sugli emendamenti già presentati.