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D'Ambrosio scrive a Franceschini: "Venga a Lecce, ci aiuti a salvare le sue chiese dal degrado"

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Leccesette
D'Ambrosio ha lanciato un appello accorato al Ministro perchè salvi l'Abbazia di Calena di Peschici e lo ha invitato anche a visitare la "capitale del ricamo della pietra". L'arcivescovo di Lecce Monsignor Domenico D'Ambrosio ha scritto una lettera al Ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini per invitarlo a visitare Lecce per lavorare insieme per risolvere il problema del degrado che affligge molte chiese della città. Il motivo della missiva è, in realtà un altro, una “questione di cuore” come scrive lo stesso vescovo: chiedere l'intervento del Ministero per salvare l’Abbazia di Santa Maria di Calena di Peschici, paese d'origine di D'Ambrosio, gravemente a rischio. Ma nella lettera trova spazio anche un appello a favore del capoluogo salentino, come si legge da questo estratto: “Da tempo sto rimandando l’invio di questa lettera che indirizzo a lei quale Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e dunque all’Autorità competente nella questione che lei già conosce e che ora vengo ad esporre. Devo confessarle che ciò che mi ha spinto a mettere mano a questo scritto è l’evidenza del suo impegno, della sua passione, della sua tenacia e della sua competenza nella difesa e tutela del nostro patrimonio artistico, non ultimo i bei risultati raggiunti a Pompei. Come legge sono l’Arcivescovo della capitale del ricamo della pietra, come amo definire la mia Lecce. Ma per ora non vengo a parlarle o a presentarle i molti problemi che mi travagliano come vescovo di questa città per tutelare le sue stupende e inimitabili Chiese e monumenti sacri, espressioni raffinate del ‘barocco leccese’. Sarei contento e onorato di una sua visita in questa nostra città perché ne ammiri la sua bellezza e ci dia una mano nel tentare di mettere mano al degrado di molte sue Chiese”. La missiva prosegue con un accorato appello per l'abbazia di Peschici e si allarga a tutto il Sud: “Ma possibile che nel nostro Sud dobbiamo continuare ad assistere alla latitanza di chi dovrebbe farsi presente secondo norme e leggi che regolano la tutela e difesa del patrimonio artistico, del nostro Paese? Non vorrei rubare molto del suo impegno per la tutela del nostro patrimonio che con generosità intelligente sta portando avanti. Lei conosce bene la parabola di Lazzaro e del ricco Epulone: poveraccio! Doveva lottare con i cani per sfamarsi con qualche briciola! Lo stiamo facendo da anni. A noi di questo profondo Sud ne avanzano proprio poche di queste briciole, per latitanze, distrazioni, assenze… Forse oso troppo: ma le andrebbe di fare una visita a questa secolare Abbazia abbandonata, dimenticata, bistrattata, depredata della sua bellezza e della sua arte?”    Le lettera è stata pubblicata integralmente su Punto di Stella.it

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