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Usura, il presidente dell’associazione anti racket Tano Grasso: “Il Salento è un'area ad alto rischio”

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Il presidente dell'associazione anti racket fa il punto sulla situazione pugliese: “In Puglia non ha una diffusione omogenea” Il presidente dell'associazione anti racket, Tano Grasso, fa il punto sulla diffusione del fenomeno usura in Puglia. L'occasione è la presentazione del libro “Il sistema delle estorsioni in Puglia – Potere e Legittimazione”, scritto da Andrea Apollonio e Giovanna Montanaro. Alla luce di quanto avvenuto a Bari, il grave episodio dei fuochi di artificio in onore del boss mafioso, è difatti inevitabile per lui, in prima linea contro i fenomeni mafiosi, analizzare quanto avvenuto, prendendo in esame l'intero territorio pugliese. “L’usura in Puglia resta un fenomeno che non ha una diffusione omogenea in tutta la regione ma conosce punte alte di rischio - come per esempio l’area del Salento, l’area foggiana e alcuni quartieri di Bari - e costituisce anche per la Puglia un grave problema non solo di ordine criminale ma soprattutto di ordine economico perché l’estorsione rappresenta un ostacolo alla crescita economica di un territorio perché indebolisce le imprese, le demotiva, ne ostacola la crescita” “Negli ultimi decenni” ha aggiunto “anche in coincidenza con l’esperienza dell’associazione anti racket,  abbiamo registrato una sorta di maggiore tolleranza da parte delle organizzazioni mafiose: oggi le organizzazioni criminali accettano di più che ci sia un commerciante che non paga, accettano che ci sia anche un commerciante che denuncia perché sanno che una rappresaglia nei loro confronti avrebbe per l’organizzazione mafiosa un costo altissimo. E questo anche il ruolo importante che rivestono le associazioni anti racket”.  E poi, relativamente all'episodio barese: “La vicenda dei fuochi di artificio e della esultanza non va sottovalutata perché questo è il sintomo del radicamento mafioso sul territorio della città di Bari. Questa ideologia è propaganda non è un atto coreografico è un modo di propagandare l’ideologia mafiosa, è una strategia di comunicazione. Queste cose a Napoli si verificano quasi quotidianamente. E fatti come questo sono il sintomo che evidenzia che abbiamo a che fare con la criminalità mafiosa ovvero con una struttura criminale che ha un radicamento sul territorio e che ha come obiettivo l’esercizio del potere sul territorio” “La mafia” ha concluso “è diversa dalle altre forme di criminalità perché non si limita a compiere i delitti ma pensa a esercitare un dominio sul territorio: cosa sono i fuochi d’artificio se non l’emblema del potere sul territorio? Io sono convinto che la paura è solo un pezzetto della difficoltà che si ha nel denunciare e che il movente fondamentale resta oggi purtroppo che spesso gli imprenditori hanno una convenienza a essere acquiescenti alle organizzazioni mafiose. Quindi un fatto come questo non incide sulla paura altrimenti come si spiegherebbe come in una città come Gela ci sono un sacco di commercianti che hanno denunciato”.

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