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L’approvazione del piano dovrebbe slittare a domani, ma è scontro sul futuro della sanità: la Cgil chiede maggiore discussione, mentre i grillini chiedono le dimissioni dell’assessore e diffidano il governatore. Duro anche Caroppo (Fi). Dovrebbe slittare a mercoledì 30 dicembre l’approvazione da parte della giunta regionale pugliese del Piano di riordino ospedaliero: nella bozza, ancora in fase di definizione, sembra che gli ospedali di Gallipoli e Casarano siano destinati ad essere accorpati, così come quelli di Copertino e Galatina, mentre Scorrano diventerà ospedale di base. Il “Fazzi” di Lecce e il “Panico” di Tricase dovrebbero restare ospedali di II livello. Ma sarebbero diverse anche le novità previste sui reparti e sulla ridefinizione dei posti letto. Tuttavia, il riordino ospedaliero ancora non definito, appare a Silvio Cataldi, segretario provinciale del settore sanità di Cgil, avvolto nel caos: sembrerebbe, a suo dire, che i dati forniti dall’istituto Sant’Anna di Pisa e commissionati dalla Regione Puglia, abbiano ulteriormente ingenerato confusione decisionale, anziché essere di aiuto. “Dalle prime notizie – dichiara -, pare che si identifichino cinque ospedali che dovrebbero costituire una sorta di rete per trattare, in un primo momento, alcune patologie in situazioni emergenziali e, in un secondo momento, dovrebbero diventare sede di dipartimento di emergenza urgenza (Dea), poiché, allo stato attuale, non possiedono i requisiti strutturali previsti dalla norma decreto 70/2015”. “Inoltre - prosegue - si cerca di modellare la legge 161 del 2014 che impone delle norme restringenti in materia di turnazione nelle 24 ore per personale sanitario delle aziende sanitarie locali e accade che in alcune realtà ospedaliere, si stia facendo ricorso a forme di lavoro straordinario sia in regime di pronta Disponibilità che straordinario ordinario fuori da ogni regola”. “A nostro avviso – evidenzia -, si sta rischiando di perdere l’ennesima occasione di realizzare una profonda e seria riorganizzazione della rete ospedaliera e dell’organizzazione del lavoro per ottenere una garanzia della qualità degli esiti clinici, unico risultato da raggiungere per la nostra popolazione”. Per questo, la FP Cgil Lecce si chiede se il decreto 70/2015 disponga dei requisiti e delle caratteristiche che devono avere le strutture ospedaliere ove allocare le grandi Unità Operative di Degenza e Servizi di diagnosi in grado di sviluppare i notevoli volumi di prestazioni previsti come volumi minimi dallo stesso Decreto. Inoltre, si chiede di aprire una profonda e seria discussione con tutti i soggetti interessati, per arrivare a una scelta condivisa il più largamente possibile e per evitare di giustificare la sopravvivenza di alcune strutture a discapito di altre. Dal M5Stelle arriva una diffida nei confronti del governatore Emiliano che “non solo sta seguendo le orme di Vendola ma sta facendo di peggio, invece di prendere decisioni sulla base dei bisogni del territorio lo fa secondo logiche di clientelismo”: “Ribadiamo la nostra richiesta di dimissioni all’assessore alla Sanità chiedendo che affidi l’incarico a persone competenti” - così gli otto Consiglieri Regionali del Movimento 5 Stelle Rosa Barone, Gianluca Bozzetti, Mario Conca, Cristian Casili, Grazia Di Bari, Marco Galante, Antonella Laricchia e Antonio Trevisi che, come avevano preannunciato negli scorsi giorni, proprio ieri hanno presentato una diffida formale nei confronti del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e della sua Giunta. “Con questa diffida gli chiediamo di non approvare il piano di riordino, prima di aver analizzato gli Atti aziendali provenienti da Asl e Aziende Universitarie previsti per legge. Non c’è modo peggiore per dare il colpo di grazia alla nostra sanità, che approvare un piano talmente importante senza i documenti contenenti le liste d’attesa e i dati epidemiologici, che rappresentano la reale richiesta di salute sul territorio, e giustificano qualsiasi apertura o chiusura delle unità operative”. “Come abbiamo più volte ribadito - proseguono i pentastellati - L’assenza di questi documenti precipita nella illegittimità, dal 1992, l’intero sistema sanitario e continua a favorire logiche di clientelismo, che nulla hanno a che fare con la salute dei cittadini.” Duro il commento di Andrea Caroppo, consigliere regionale di Forza Italia: “Ci auguriamo che Michele Emiliano sia onnisciente, visto che si appresta a varare un piano di riordino ospedaliero redatto da lui e da qualche persona di sua stretta fiducia, nel chiuso delle loro stanze. Un piano fatto in casa, a casa loro”. “Applicando un metodo a dir poco indecente – prosegue - si mettono in pentola tagli profondissimi alla rete ospedaliera e all’assistenza sanitaria” “Emiliano – aggiunge - parlava addirittura di voler proporre una legge sulla partecipazione: quella stessa partecipazione che ha affossato alla prima occasione utile. Il piano di riordino è, infatti, il primo banco di prova per il governo pugliese ed oggi sappiamo in che modo intenda guidare la Regione. Ha deciso di giocare a carte coperte – conclude Caroppo - il che non solo è uno schiaffo alle prerogative del Consiglio, ma la dice lunga sulla qualità del documento che verrà approvato e che non ha potuto, per la gelosia del presidente, essere arricchito in un processo di condivisione con tutte le parti interessate”.
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L’approvazione del piano dovrebbe slittare a domani, ma è scontro sul futuro della sanità: la Cgil chiede maggiore discussione, mentre i grillini chiedono le dimissioni dell’assessore e diffidano il governatore. Duro anche Caroppo (Fi). Dovrebbe slittare a mercoledì 30 dicembre l’approvazione da parte della giunta regionale pugliese del Piano di riordino ospedaliero: nella bozza, ancora in fase di definizione, sembra che gli ospedali di Gallipoli e Casarano siano destinati ad essere accorpati, così come quelli di Copertino e Galatina, mentre Scorrano diventerà ospedale di base. Il “Fazzi” di Lecce e il “Panico” di Tricase dovrebbero restare ospedali di II livello. Ma sarebbero diverse anche le novità previste sui reparti e sulla ridefinizione dei posti letto. Tuttavia, il riordino ospedaliero ancora non definito, appare a Silvio Cataldi, segretario provinciale del settore sanità di Cgil, avvolto nel caos: sembrerebbe, a suo dire, che i dati forniti dall’istituto Sant’Anna di Pisa e commissionati dalla Regione Puglia, abbiano ulteriormente ingenerato confusione decisionale, anziché essere di aiuto. “Dalle prime notizie – dichiara -, pare che si identifichino cinque ospedali che dovrebbero costituire una sorta di rete per trattare, in un primo momento, alcune patologie in situazioni emergenziali e, in un secondo momento, dovrebbero diventare sede di dipartimento di emergenza urgenza (Dea), poiché, allo stato attuale, non possiedono i requisiti strutturali previsti dalla norma decreto 70/2015”. “Inoltre - prosegue - si cerca di modellare la legge 161 del 2014 che impone delle norme restringenti in materia di turnazione nelle 24 ore per personale sanitario delle aziende sanitarie locali e accade che in alcune realtà ospedaliere, si stia facendo ricorso a forme di lavoro straordinario sia in regime di pronta Disponibilità che straordinario ordinario fuori da ogni regola”. “A nostro avviso – evidenzia -, si sta rischiando di perdere l’ennesima occasione di realizzare una profonda e seria riorganizzazione della rete ospedaliera e dell’organizzazione del lavoro per ottenere una garanzia della qualità degli esiti clinici, unico risultato da raggiungere per la nostra popolazione”. Per questo, la FP Cgil Lecce si chiede se il decreto 70/2015 disponga dei requisiti e delle caratteristiche che devono avere le strutture ospedaliere ove allocare le grandi Unità Operative di Degenza e Servizi di diagnosi in grado di sviluppare i notevoli volumi di prestazioni previsti come volumi minimi dallo stesso Decreto. Inoltre, si chiede di aprire una profonda e seria discussione con tutti i soggetti interessati, per arrivare a una scelta condivisa il più largamente possibile e per evitare di giustificare la sopravvivenza di alcune strutture a discapito di altre. Dal M5Stelle arriva una diffida nei confronti del governatore Emiliano che “non solo sta seguendo le orme di Vendola ma sta facendo di peggio, invece di prendere decisioni sulla base dei bisogni del territorio lo fa secondo logiche di clientelismo”: “Ribadiamo la nostra richiesta di dimissioni all’assessore alla Sanità chiedendo che affidi l’incarico a persone competenti” - così gli otto Consiglieri Regionali del Movimento 5 Stelle Rosa Barone, Gianluca Bozzetti, Mario Conca, Cristian Casili, Grazia Di Bari, Marco Galante, Antonella Laricchia e Antonio Trevisi che, come avevano preannunciato negli scorsi giorni, proprio ieri hanno presentato una diffida formale nei confronti del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e della sua Giunta. “Con questa diffida gli chiediamo di non approvare il piano di riordino, prima di aver analizzato gli Atti aziendali provenienti da Asl e Aziende Universitarie previsti per legge. Non c’è modo peggiore per dare il colpo di grazia alla nostra sanità, che approvare un piano talmente importante senza i documenti contenenti le liste d’attesa e i dati epidemiologici, che rappresentano la reale richiesta di salute sul territorio, e giustificano qualsiasi apertura o chiusura delle unità operative”. “Come abbiamo più volte ribadito - proseguono i pentastellati - L’assenza di questi documenti precipita nella illegittimità, dal 1992, l’intero sistema sanitario e continua a favorire logiche di clientelismo, che nulla hanno a che fare con la salute dei cittadini.” Duro il commento di Andrea Caroppo, consigliere regionale di Forza Italia: “Ci auguriamo che Michele Emiliano sia onnisciente, visto che si appresta a varare un piano di riordino ospedaliero redatto da lui e da qualche persona di sua stretta fiducia, nel chiuso delle loro stanze. Un piano fatto in casa, a casa loro”. “Applicando un metodo a dir poco indecente – prosegue - si mettono in pentola tagli profondissimi alla rete ospedaliera e all’assistenza sanitaria” “Emiliano – aggiunge - parlava addirittura di voler proporre una legge sulla partecipazione: quella stessa partecipazione che ha affossato alla prima occasione utile. Il piano di riordino è, infatti, il primo banco di prova per il governo pugliese ed oggi sappiamo in che modo intenda guidare la Regione. Ha deciso di giocare a carte coperte – conclude Caroppo - il che non solo è uno schiaffo alle prerogative del Consiglio, ma la dice lunga sulla qualità del documento che verrà approvato e che non ha potuto, per la gelosia del presidente, essere arricchito in un processo di condivisione con tutte le parti interessate”.