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Buon viaggio Dampe! Il satellite cinese in orbita grazie ai ricercatori di Bari e Lecce

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Leccesette

 La tabella di marcia prevedeva il decollo alle 23,30. Il satellite ha lasciato effettivamente la Terra quando in Italia le lancette segnavano l'una. In orbita, a cercare la materia oscura, c'è anche molta Puglia. Se il Dampe, Dark Matter Particle Explorer, è riuscito a partire dal Jiuquan Satelite Launch Center nel deserto di Gobi in Cina, è grazie al fondamentale contributo dei ricercatori di Bari e Lecce. Spedito in orbita dall'agenzia spaziale cinese a bordo del vettore Long March 2D, il satellite è frutto di un accordo di collaborazione internazionale tra l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Bari, Lecce e Perugia, la Chinese Academy of Sciences (CAS) e le Università di Bari, del Salento, di Perugia e di Ginevra. L'obiettivo di Dampe - che orbiterà a 500Km di quota – è carpire i segreti inesplorati della materia oscura. Di quest'ultima, ad oggi, si sa solo che esiste, che non emette o assorbe luce, che non interagisce con nulla ma che costituisce l'85% della materia dell'universo. Grazie ad essa è possibile il moto delle stelle e delle galassie. "L’esperimento DAMPE – spiegano dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Bari il cui responsabile è Fabio Gargano - è progettato per ricercare segnali di materia oscura osservando elettroni e fotoni cosmici in un intervallo di energie in gran parte inesplorato dalle missioni precedenti".  Le tecnologie utilizzate sono le più avanzate al mondo per la rivelazione di particelle elementari, spinte al massimo livello di qualità ed affidabilità per garantire una missione di lunga durata nello spazio. Il team barese è composto da quattro ricercatori: Fabio Gargano, Piergiorgio Fusco,  Francesco Loparco e Mario Nicola Mazziotta, tutti nelle prime 100 posizioni della classifica dei migliori scienziati italiani pubblicata dalla VIA Academy. Il team leccese è costituito da Ivan De Mitri, docente di Fisica Sperimentale delle Interazioni Fondamentali e coordinatore del gruppo di Fisica Astroparticellare della sezione di Lecce dell’INFN, da Paolo Bernardini e Giovanni Marsella, docenti di Fisica Sperimentale delle Interazioni Fondamentali e da Antonio Surdo, primo ricercatore della sezione INFN di Lecce. Loro, assieme ai colleghi di Perugia, hanno progettato e costruito il tracciatore in silicio; da ora lavoreranno all’analisi dei dati per lo studio dei fotoni e delle particelle di origine cosmica. I ricercatori della sezione barese dell’INFN e dell’Università degli Studi di Bari sono stati, più dettagliatamente, responsabili dei software di simulazione, fondamentali in questo genere di esperimenti per poter comprendere a fondo il funzionamento del rivelatore, e dei test condotti presso il CERN di Ginevra per caratterizzare e calibrare tutti gli strumenti presenti a bordo prima del lancio. Fonte: BariSette.it  

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