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Una donna di origini cinesi, residente a Lecce, è stata sorpresa mentre portava via dal centro commerciale merce per il valore di 130 euro: aveva persino rivestito il figlio con i capi rubati da un negozio. Aveva rubato dei vestiti e li aveva messi addosso al figlio nel passeggino, sperando di farla franca nel caos del centro commerciale, ma una donna cinese, di 30 anni, è finita nei guai, venendo colta in flagrante e beccandosi una denuncia per furto. È accaduto a Lecce, all’interno del Centrum di viale Giovanni Paolo II, dove la donna, dopo un giro tra gli scaffali, aveva sottratto dei capi inserendoli nel passeggino del figlio o direttamente addosso al piccolo, oppure in uno zainetto che portava con sé. Il valore commerciale della merce si aggirerebbe attorno ai 130 euro. Ad adocchiare gli strani movimenti della donna è stata l’addetta alla sicurezza, che ha lanciato l’allarme. Sul posto, è arrivata una volante di polizia. Qualche problema di comunicazione tra gli agenti e la donna, dovuti alla difficoltà di quest’ultima di parlare in italiano. Condotta nell’ufficio immigrazione della questura, alla donna è stato affiancato un interprete, fornendo tuttavia generalità diverse da quelli reali. Una “bugia” che ha retto poco ed è stato subito svelata, aggravando la condizione della donna, che è sposata e vive a Lecce. Per lei una denuncia sia per furto aggravato che per aver fornito false generalità.
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Una donna di origini cinesi, residente a Lecce, è stata sorpresa mentre portava via dal centro commerciale merce per il valore di 130 euro: aveva persino rivestito il figlio con i capi rubati da un negozio. Aveva rubato dei vestiti e li aveva messi addosso al figlio nel passeggino, sperando di farla franca nel caos del centro commerciale, ma una donna cinese, di 30 anni, è finita nei guai, venendo colta in flagrante e beccandosi una denuncia per furto. È accaduto a Lecce, all’interno del Centrum di viale Giovanni Paolo II, dove la donna, dopo un giro tra gli scaffali, aveva sottratto dei capi inserendoli nel passeggino del figlio o direttamente addosso al piccolo, oppure in uno zainetto che portava con sé. Il valore commerciale della merce si aggirerebbe attorno ai 130 euro. Ad adocchiare gli strani movimenti della donna è stata l’addetta alla sicurezza, che ha lanciato l’allarme. Sul posto, è arrivata una volante di polizia. Qualche problema di comunicazione tra gli agenti e la donna, dovuti alla difficoltà di quest’ultima di parlare in italiano. Condotta nell’ufficio immigrazione della questura, alla donna è stato affiancato un interprete, fornendo tuttavia generalità diverse da quelli reali. Una “bugia” che ha retto poco ed è stato subito svelata, aggravando la condizione della donna, che è sposata e vive a Lecce. Per lei una denuncia sia per furto aggravato che per aver fornito false generalità.