
Carlo Salvemini, Lecce città pubblica: “Le scuole non possono chiudere. Le scuole devono essere sempre aperte”. Oltre centro studenti rischiano di rimanere senza scuola da mercoledì. Il Cpia, il centro che garantisce l’istruzione permanente per adulti, non ha più una sede. Le 12 classi e gli uffici di segreteria finora ospitati all’interno della struttura del Cnos, ai Salesiani, alla ripresa delle lezioni dopo il ponte dell’Immacolata non sapranno più dove andare. Il servizio pubblico rischia di interrompersi bruscamente per un pasticcio burocratico e per una cronica mancanza di fondi. Un vero e proprio allarme che riguarda tutti quegli studenti adulti, dai 16 anni in su, che in tutta la provincia frequentano i corsi scolastici di alfabetizzazione, scuola primaria, scuola media o il biennio del superiore. Stranieri, ma non solo, che finora hanno potuto apprendere l’italiano, “conditio sine qua non” per il permesso di soggiorno, o recuperare il titolo di studio in una struttura pubblica. Tutto ha avuto inizio quando il Cpia di Lecce, istituito per iniziativa della Provincia e autorizzazione della Regione Puglia, a partire dallo scorso marzo, per disposizione del Ministero, ha passato i compiti e le funzioni del CPIA ai comuni. L’amministrazione comunale di Lecce si è così ritrovata con una patata bollente. La Provincia invece, dal canto suo, per rimediare alla carenza di aule di due istituti superiori della nostra città, il Virgilio ed il Calasso, ha destinato le aule del Cpia alle due scuole superiori, lasciando "senza casa" le classi del Cpia. Il risultato, tanto paradossale quanto di difficile soluzione, è che ad oggi, a metà anno scolastico, gli studenti, i docenti ed il personale amministrativo del Cpia non sanno se e dove potranno continuare a frequentare e lavorare. L’allarme sul “pasticciaccio italiano” lo lancia oggi Carlo Salvemini, consigliere comunale di Lecce Città Pubblica: “Della vicenda si parla poco perché la stragrande maggioranza degli studenti iscritti non hanno famiglie italiane alla spalle, non votano a Lecce, non esercitano pressione sui decisori politici, sono in maggioranza stranieri. In poco più di un anno il CPIA di Lecce ha svolto 50 sessioni di esami per 1500 utenti finali, grazie ad una accordo con il Ministero dell'Interno”. “Ma come mai si è arrivati a questo punto?” si chiede Salvemini “Per il trasferimento - senza risorse - delle competenze dalla Provincia al Comune e per l'inesistente collaborazione tra gli enti, tale da assicurare una gestione proficua e ottimale degli immobili e di garantire la sicurezza degli operatori e degli utenti”. “Non si tratta ora di individuare responsabili ma di trovare soluzioni capace di garantire il diritto all'istruzione di centinaia di cittadini” continua Salvemini. “Sarebbe politicamente incomprensibile che due istituzioni che distano pochi metri l'una dall'altra, impegnate entrambe nella dismissione del proprio patrimonio immobiliare, rette da leaders dello stesso partito, non siano nelle condizioni di garantire 20 aule ad un istituzione prevista dal nostro sistema nazionale scolastico. Mi auguro che Gabellone e Perrone” conclude “si rendano conto dell'importante funzione formativa del CPIA di Lecce e del dovere di assicurare la continuità del servizio a docenti e studenti. Per quello che possiamo ci adopereremo perché questo importante risultato si possa ottenere”. A farsi portatore delle istanze della scuola, oltre alla Cgil, anche il provveditore agli studi, Vincenzo Nicolì, che lo scorso lunedì ha convocato un incontro tra le parti - Comune, provincia e personale scolastico - per cercare di individuare delle soluzioni possibili. Ad oggi l'unica possibilità sembra il trasferimento nel plesso della scuola dell'infanzia e primaria di via Carrara. Qui però, a fronte della necessità di almeno 6 classi e degli uffici di segreteria, ci sarebbero a disposizione solo 5 aule.