
Il comitato ha interrotto l’occupazione culturale durata circa due mesi e annuncia l’intenzione di spostare la propria battaglia in altre sedi, a tutela di casa Comi come bene pubblico. Il Comitato Pro Palazzo Comi - Casa della cultura, dopo oltre due mesi di occupazione culturale, caratterizzata da incontri, dibattiti, concerti ed eventi completamente gratuiti, comunica che la lotta a difesa di Casa Comi Bene Comune entra in una nuova fase. L’evento di sabato scorso ha coronato questo lungo periodo di attività, dimostrando come l’impegno attivo di cittadine e cittadini possa aprire nuove prospettive di fruibilità e condivisione dei beni pubblici, senza dover necessariamente ricorrere a particolari risorse economiche. Oltre a contrastare l’iter del Bando emanato dalla Provincia di Lecce, questi mesi hanno visto il Comitato impegnato in una fase Costituente che continua a svilupparsi e a prendere forma: l’obiettivo è di definire una proposta progettuale, di gestione partecipata, sostenibile e virtuosa. Sarà questa la strategia che tutte/i noi, in quanto membri del Comitato, porremo in essere nel momento in cui avremo l’opportunità di confrontarci con quello che sarà, si spera nel più breve tempo possibile, un interlocutore legittimo e legittimato: la Regione Puglia. Gli ultimi sviluppi consentono di guardare al futuro con fiducia. È dei giorni scorsi, come già anticipato, la notizia dell’interessamento della Soprintendenza ai Beni Culturali della Provincia di Lecce, più volte sollecitata dal Comitato a verificare la correttezza giuridica dell’iter di privatizzazione di Palazzo Comi e del Circolo cittadino. L’elemento segnalato riguarda la mancanza del parere vincolante della stessa Soprintendenza come previsto dall’art. 57 bis DLgs 42/2004, parere che sarebbe dovuto essere anche preventivo alla stesura del Bando. “A tal proposito – spiegano dal comitato - anche il Ministero dei Beni Culturali, sempre su nostra sollecitazione, ha chiesto formalmente chiarimenti e relativa documentazione alla Soprintendenza di Lecce. Inoltre, secondo le informazioni in nostro possesso, la Soprintendenza ha già comunicato tale inadempienza alla Provincia invitandola a regolarizzare la sua posizione. Dopo l’accesso agli atti garantitoci a partire dal 3 dicembre prossimo, si potranno avere ulteriori dettagli in merito”. “In virtù degli ultimi sviluppi vogliamo, dunque – chiariscono -, comunicare la conclusione dell’occupazione: siamo determinati a proseguire la nostra lotta nelle sedi opportune per impedire strumentalizzazioni tese a de-legittimarci e a screditare il nostro operato. In queste settimane, abbiamo vissuto Casa Comi come la nostra casa, anche sostituendoci a chi ha, ancora oggi, obblighi gestionali e morali rispetto a questo luogo. Ci siamo impegnati a garantire accessibilità, fruibilità, pulizia e sicurezza; abbiamo fatto conoscere Palazzo Comi a decine e decine di persone coinvolgendo scuole, associazioni e artisti: interrompere l’occupazione, per noi, significa anche riconsegnare alla responsabilità e richiamare il settore pubblico ai propri obblighi rispetto alla gestione dei Beni Comuni”. “Chi ha pensato a Casa Comi come a un peso e un fardello – concludono - oggi ha un unico dovere morale: dimettersi e andare al Circolo Cittadino a giocare a tressette”.